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Per perdere peso, gli alimenti semplici sono molto più utili di quelli ultraprocessati

Gli alimenti ultraprocessati (UPF), cioè sottoposti a intense lavorazioni industriali che prevedono, quasi sempre, elevate quantità di grassi saturi, zuccheri, sale e additivi, e che hanno basse quantità di fibre e grassi insaturi, permettono a chi sta cercando di perdere peso di ottenere risultati modesti, mentre quelli minimamente processati (MPF), cioè costituiti da alimenti freschi, poco lavorati e cucinati soprattutto a casa, che lasciano ampio spazio alle verdure, ai cereali integrali e ai grassi insaturi sono due volte più efficaci. Lo dimostra uno dei primi studi condotti in una situazione di vita reale dai ricercatori dell’Università di Londra, in Gran Bretagna, che hanno poi pubblicato quanto osservato su Nature Medicine.

In esso una cinquantina di persone obese la cui alimentazione abituale era costituita per più del 50% delle calorie da UPF è stata invitata a seguire una dieta specifica tra due per otto settimane, e poi, dopo un intervallo di quattro, la seconda per altre otto. Le due diete erano del tutto paragonabili quanto a calorie, percentuali di grassi, fibre, proteine, carboidrati, grassi saturi, proporzioni di frutta e verdura e così via, ma in un caso gli alimenti forniti erano prevalentemente UPF (per esempio: lasagne pronte e barrette di cereali), mentre nell’altro erano soprattutto MPF (per rimanere nello stesso ambito: spaghetti alla carbonara cucinati in casa e avena da colazione). Tutti potevano mangiare quando e quanto volevano.

Il risultato è stato più che chiaro: chi aveva seguito una dieta MPF aveva perso il 2,06% di peso, pari a circa 290 calorie in meno al giorno, mentre chi ne aveva seguita una UPF aveva perso la metà, e cioè l’1,05% di peso, pari a 120 calorie in meno. Traslando questi valori su un periodo di tempo più ampio, le percentuali sarebbero state pari al 13% per gli uomini e al 9% per le donne con la MPF, e solo del 4 e 5%, rispettivamente, per l’UPF.

Oltre a questo, si è visto che chi aveva la dieta MPF, aveva perso soprattutto massa grassa e acqua, cioè era dimagrito in modo sano, a differenza degli altri. 

Infine, i primi erano anche riusciti a sconfiggere due volte di più degli altri il desiderio di cibo in generale, quattro volte di più quello di alimenti saporiti e salati e avevano mostrato una capacità doppia di resistere alle tentazioni (parametri misurati secondo standard internazionali).

Il risultato conferma quindi che, se si vuole dimagrire, è meglio abbandonare i cibi industriali a favore di quelli casalinghi o comunque semplici e freschi. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 28 agosto 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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