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Colera, funziona il nuovo vaccino sperimentato nel Bangladesh

di Agnese Codignola

Per la prima volta il vaccino orale contro il colera si è dimostrato efficace in uno studio condotto in condizioni reali, cioè tra bambini che vivono in zone particolarmente colpite dall’infezione – i quartieri poveri di Mirpur, in Bangladesh. Lo studio, pubblicato sulla rivista Lancet, ha infatti dimostrato che questo vaccino anticolera riesce a prevenire molti casi della malattia e che la protezione conferita è maggiore se la vaccinazione viene associata al rifornimento di acqua e a una campagna educazionale sull’importanza di semplici misure igieniche, come il lavaggio delle mani.

In Bangladesh si verificano tutti gli anni delle epidemie di colera, malattia la cui incidenza è stimata in 28 milioni di casi all’anno in tutto il mondo, almeno 90mila dei quali fatali. Per prevenirli potrebbero essere sufficienti misure igieniche apparentemente semplici, come - appunto - il lavaggio delle mani o il consumo di acqua non contaminata. Purtroppo, però, in alcune aree del mondo la loro messa in pratica non è così facile. E un aiuto potrebbe arrivare proprio dal vaccino orale, economico e facile da somministrare, che però non è mai stato utilizzato su larga scala.

Per dimostrare l’efficacia di questo vaccino e la reale possibilità di somministrarlo alla popolazione, gli infettivologi dell’International Centre for Diarrhoeal Disease Research di Dacca, la città più popolosa del Bangladesh, hanno sottoposto a vaccinazione quasi 190.000 bambini di un anno. Il protocollo ha previsto due immunizzazioni distanziate di due settimane; in circa metà dei casi alla vaccinazione sono stati abbinati una campagna educazionale diretta ai parenti dei bambini e il rifornimento di acqua potabile non contaminata dal batterio del colera. Un gruppo formato da circa altri 80 mila bambini non è invece stato vaccinato; la salute di questi piccoli è stata monitorata per valutare l’incidenza della malattia in assenza della vaccinazione.

I risultati sono parsi molto chiari: l’incidenza del colera è scesa del 37% tra i bambini che sono stati solo vaccinati e del 45% tra quelli vaccinati e figli di persone che avevano seguito i corsi di educazione all’igiene e ricevuto acqua pulita. Il vaccino non è stato associato a nessun effetto avverso grave e dopo 2 anni la protezione è risultata efficace ancora nel 53% dei vaccinati.

Questo studio fa sperare che presto si possa procedere a vaccinazioni di massa. Per questo i suoi autori invitano a proseguire le indagini sul lungo periodo e a programmare campagne vaccinali almeno nelle aree più povere e flagellate dalla malattia.’

Data ultimo aggiornamento 10 luglio 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: vaccinazione



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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