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Quando la vita imita le serie tv: White Lotus influenza le ricerche sulle benzodiazepine

La vita, a volte, imita l’arte e, nello specifico, le serie televisive. Durante la visione della celebre serie White Lotus, infatti, la protagonista ricorre a una benzodiazepina per calmare la propria ansia sociale e per dormire, accompagnandola con vino bianco. E gli spettatori sembrano ispirarsi a lei, e pensare di fare lo stesso.

Secondo uno studio pubblicato su JAMA Health Forum, infatti, chi guarda la serie è portato a fare ricerche on line su quella stessa benzodiazepina (ma non su altre), comprese alcune sulla possibilità di acquistarla online. Il farmaco citato è il lorazepam, e i ricercatori dell’Università della California di San Diego hanno dimostrato che la messa in onda della nuova stagione ha generato, negli Stati Uniti, 1,6 milioni di ricerche in più rispetto alla media prevista nelle 12 settimane della trasmissione, mentre la stessa impennata non si è affatto vista per altre benzodiazepine quali l’alprazolam e il clonazepam, prescritte per condizioni molto simili.

Lo stimolo a interessarsi al lorazepam, fanno notare gli autori, si realizza a prescindere dalle connotazioni, talvolta negative. Nella serie, infatti, la protagonista Victoria Ratliff propone il farmaco al marito Timothy, il quale sviluppa una dipendenza grave, accompagnata da abuso di alcol e da decadimento cognitivo. Lei stessa si addomenta in pubblico, biascica, appare frastornata e poco lucida. Da notare che il lorazepam viene sempre prescritto per brevi periodi, proprio perché è nota la sua capacità di dare presto tolleranza, dipendenza o abuso, e diversi studi dimostrano che quasi una persona su cinque tra coloro cui vengono descritte benzodiazepine sviluppa una dipendenza. Eppure, lo studio dimostra chiaramente come una parte degli spettatori si informi online anche su come acquistare il lorazepam, forse anche perché gli aspetti negativi e i rischi non sono sottolineati abbastanza.

Secondo i ricercatori, gli autori e i produttori delle serie dovrebbero sviluppare alcune regole etiche sulla rappresentazione di questi farmaci, mettere in guardia gli spettatori, e non lasciare che passino messaggi sbagliati o pericolosi. Lo stesso dovrebbero fare i motori di ricerca di fronte appunto a ricerche sia sulle caratteristiche di questi farmaci sia, soprattutto, su tentativi di acquisto, fornendo informazioni accurate e corrette. Gli spettatori, infine, dovrebbero esser sempre molto diffidenti quando vedono un farmaco in una fiction, e ricordare che con ogni probabilità ciò che viene rappresentato è solo una parte dell’effetto e soprattutto dei pericoli del trattamento.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 21 novembre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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