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Un breve sonnellino quotidiano preserva
l’integrità del cervello e allunga la vita

Schiacciare un pisolino quotidiano fa bene al cervello, e potrebbe addirittura allungare la vita.

L’abitudine a dormire per qualche decina di minuti, indispensabile quando si è bambini, viene quasi sempre persa già dall’adolescenza, per poi ricomparire quando si è anziani. Ma per alcuni resta e, compatibilmente con le attività lavorative, viene scrupolosamente rispettata, perché costituisce un autentico momento di ristoro. E, in base a uno studio pubblicato su Sleep Health, molto di più.

I ricercatori della Clinica Universitaria di Montevideo, in Urugay, e dello University College di Londra hanno infatti analizzato i dati di oltre 35.000 persone di età compresa tra i 35 e i 69 anni contenuti nel grande archivio britannico UK Biobank, suddividendole in due grandi gruppi, in base all’analisi dello stato di 67 geni noti per essere associati al sonno: coloro che desiderano fare un sonnellino quotidiano, e sono geneticamente predisposti a farlo, e coloro che, anche volendo, incontrano molte difficoltà, e non ne sentono il desiderio, per lo stesso motivo. E’ noto infatti da tempo che esiste uno specifico patrimonio genetico che predispone a questa abitudine.

Quindi, sono andati a verificare le dimensioni del cervello di tutti, e hanno trovato una differenza significativa, anche se di entità relativamente piccola. Chi riposa ha infatti un cervello più grande, in media, di 15 centimetri cubici, che corrispondono a un aumento di longevità compreso tra tre e sei anni. Non risultano invece differenze nelle performace cognitive.

La spiegazione sarebbe abbastanza chiara: il cervello tende a sviluppare infiammazioni che, con il tempo, possono predisporre alle patologie neurodegenerative e, in generale, accorciare la vita. Chi riposa ogni giorno (non necessariamente a metà giornata), attenua lo stato infiammatorio e, se ne ha bisogno, recupera il sonno perso di notte, fino a ottenere, nell’arco delle 24 ore, tutto il riposo che gli è necessario. Alla lunga, questa igiene del sonno ha un effetto protettivo molto potente. Esistono comunque dei limiti alla pennichella, perché prolungarla oltre la mezz’ora potrebbe sortire effetti negativi, o comunque non positivi.

Ma se si resta nei limiti, che si sia in vacanza o meno, riposare brevemente anche di giorno è sempre una buona idea.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 21 luglio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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