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Tra i benefici della dieta mediterranea c’è anche la prevenzione della parodontite

La dieta mediterranea, basata su vegetali freschi, legumi, pochissime carni rosse, pesce e carni bianche, noci, olio di oliva e pochi latticini, protegge anche dalla parodontite, condizione che colpisce moltissime persone, soprattutto dopo una certa età, e che è associata a un peggioramento di diversi indici di rischio (per esempio cardiovascolari e neurogenerativi). Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori del King’s College di Londra, e pubblicato sul Journal of Parodontology. In esso è stata attentamente analizzata la presenza di parodontite in circa 200 persone, alle quali è stato anche chiesto di compilare un dettagliato questionario sulle abitudini alimentari. Inoltre sono stati fatti a tutti alcuni prelievi, al fine di dosare i marcatori dell’infiammazione, condizione tipica della parodontite e associata anche alla dieta. Il risultato è stato netto: chi aveva una dieta più strettamente aderente ai principi generali di quella mediterranea era anche meno colpito dalla parodontite, o ne aveva una forma meno aggressiva rispetto a chi seguiva altri regimi alimentari. I cibi peggiori sono risultati essere le carni rosse, quelli con una funzione preventiva più forte la frutta e la verdura fresche, specie nelle tipologie e nelle preparazioni più ricche di antiossidanti. Il tutto ha poi trovato un fedele riscontro nell’andamento dei marcatori dell’infiammazione come l’interleuchina 6 e altri.

In futuro, hanno commentato gli autori, oltre a rafforzare il consiglio generale di seguire questo tipo di alimentazione, potrebbero arrivare diete personalizzate, studiate proprio per prevenire o mitigare la parodontite.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 15 ottobre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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