NARCOLESSIA
Sonno incontrollabile, origine autoimmune?
Nuove ricerche dell’israeliano Yehuda Shoenfeld, uno dei più autorevoli esperti del settore. Particolari auto-anticorpi attaccherebbero i neuroni che contengono l’orexina, ormone-chiave per il ciclo sonno veglia. Studio sugli animali

di Agnese Codignola
Forse la narcolessia, malattia finora misteriosa, che colpisce tre milioni di persone nel mondo, e che si manifesta con attacchi improvvisi e incontrollabili di sonno, allucinazioni, confusione mentale, sonnolenza, debolezza muscolare, è una malattia autoimmune. Lo suggeriscono i nuovi dati pubblicati sulla rivista Pharmacological Research da uno dei massimi esperti mondiali di autoimmunità, Yehuda Shoenfeld, che lavora al Centro malattie autoimmuni del Chaim Sheba Medical Center di Tel Hashomer, in Israele.
Shoenfeld è andato alla ricerca, negli animali da esperimento (topi), di anticorpi diretti contro un tipo specifico di cellule nervose che contengono orexina, un ormone che regola i cicli sonno-veglia. Li ha identificati, isolati, estratti e iniettati ad altri animali, ottenendo, nell’arco di alcuni mesi, sintomi del tutto simili a quelli che si manifestano nelle persone malate di narcolessia, ovvero attacchi di sonno breve, che finiscono senza che l’animale ne abbia apparentemente coscienza, deambulazione circolare, confusione mentale e così via.
Nei malati di narcolessia (tanto animali che umani) i livelli di orexina sono più bassi rispetto alla norma (osservazione contenuta in diversi studi precedenti) e il calo potrebbe essere dovuto all’azione, appunto, di autoanticorpi uguali o simili a quelli trovati da Shoenfeld.
Se così fosse, la malattia potrebbe essere trattata come altre patologie autoimmuni per le quali non esistono farmaci specifici, cioè con opportune immunosoppressioni, in attesa che, grazie a nuovi studi, vengano sviluppate terapie più selettive.
Data ultimo aggiornamento 12 marzo 2015
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