AUTOIMMUNITà
Il lupus eritematoso sistemico potrebbe essere innescato dal virus di Epstein-Barr
L’origine del lupus eritematoso sistemico, la più grave delle malattie autoimmuni, potrebbe essere in un’infezione virale: quella da virus di Epstein-Barr o EB, l’agente responsabile della mononucleosi, membro della grande famiglia degli herpesvirus. Lo suggeriscono i dati di uno studio pubblicato su Science Traslational Medicine dai ricercatori dell’università di Stanford, in California, che sembra spiegare a livello molecolare quello che studi epidemiologici avevano già suggerito, e cioè un legame tra lupus e virus EB.
Il virus EB, presente in più di nove persone su dieci, di solito non provoca gravi malattie, ma in qualcuno dà luogo alla mononucleosi. E’ però fortemente sospettato di essere all’origine del Long Covid e quasi certamente associato allo sviluppo di un’altra malattia autoimmune, la sclerosi multipla. Il motivo è che si annida nel nucleo delle cellule B del sistema immunitario, da cui provengono sia gli anticorpi sia una serie di stimoli che rendono le reazioni difensive più efficaci. Quello che hanno fatto i ricercatori californiani è stato, innanzitutto, mettere a punto per la prima volta un metodo per distinguere le cellule B infettate da EB da quelle non infettate. Questo ha consentito loro di dimostrare che, mentre in una persona normale EB si trova in una cellula B su 10.000, in un malato di lupus è presente in una su 400, ed è quindi 25 volte più presente. Poi hanno capito che uno dei protagonisti del passaggio a lupus, cioè all’attivazione del sistema immunitario contro tutti i tessuti dell’organismo, potrebbe essere una proteina del virus EB chiamata EBNA2, che amplifica enormemente la reattività delle cellule B. In chi si ammala quindi il virus annidato nel nucleo delle cellule B, secernendo EBNA2, attiverebbe la risposta immunitaria che, essendo eccessiva e poco specifica, si rivolgerebbe anche contro tessuti e organi dell’organismo.
La buona notizia è che, vista l’impoortanza del virus EB, la corsa a mettere a punto un vaccino sembra prossima all’arrivo. Diverse aziende sono già coinvolte nelle sperimentazioni cliniche. Il vaccino si dovrebbe comunque fare subito dopo la nascita, perché il virus è talmente diffuso che è quasi impossibile evitare di essere contagiati già nei primi mesi di vita. A sua volta, anche la peroteina EBNA2, già sospettata in altre patolgie collegate a EB, è oggetto di approfondimenti e studi, per verificare se possa o meno diventare un target di terapie mirate.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 24 novembre 2025
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