Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Uso di antibiotici nella prima infanzia e sviluppo di autoimmunità: nessun legame

Il trattamento della madre in gravidanza o del neonato con antibiotici non predispone allo sviluppo di malattie autoimmunitarie durante l’infanzia. Contrariamente a quanto sostenuto negli ultimi anni in alcuni studi, sempre poco rigorosi dal punto di vista statistico, nuovi dati - ottenuto da un campione enorme, e da finti affidabili - dimostrano infatti che non sembra esistere un rapporto diretto tra la terapia antibatterica e queste patologie. Lo studio, pubblicato su PLOS One e condotto dai ricercatori della Sungkyunkwan University di Suwon, in Corea del Sud, ha infatti preso in esame i dati delle assicurazioni sanitarie relativi a tutti i bambini nati nel paese tra il 2009 e il 2020: più di quattro milioni. Le informazioni relative a madri e figli e all’utilizzo precoce di antibiotici sono poi state incrociate con quelle sulle nuove diagnosi di alcune delle malattie autoimmuni più comuni quali il diabete di tipo 1, il lupus, la colite ulcerosa, il morbo di Chron, la tiroidite di Hashimoto e l’artrite giovanile idiopatica. Il risultato è stato evidente: non c’è alcuna differenza nello sviluppo di queste malattie nei bambini sottoposti ad antibiotici (neppure quando ancora feti) e in quelli non trattati, e non sembra quindi che esista alcun nesso.

L’utilizzo degli antibiotici anche nei bambini molto piccoli, o durante la gravidanza, può quindi essere consigliato senza timori di questo tipo, anche se l’aumento continuo delle resistenze dovrebbe spingere tutti (a cominciare medici) a limitare ai casi davvero indispensabili queste terapie, con una sìrigorosa adesione alle linee guida.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 14 ottobre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA