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Vaccino in arrivo per curare
la leucoencefalopatia multifocale

Un team internazionale composto da neurologi, immunologi e virologi delle Università di Zurigo e Tubinga (Germania), dell’Ospedale San Raffaele di Milano e dei National Institutes of Health statunitensi, ha identificato un vaccino che potrebbe salvare la vita delle persone che sviluppano una rara malattia cerebrale, la leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML), in molti casi mortale.

La malattia è causata da un virus chiamato JC, della famiglia dei poliovirus, che normalmente risiede nei reni del 60% della popolazione, senza conseguenze. In alcune persone, tuttavia, l’abbassamento delle difese immunitarie causato, per esempio, dalle terapie per un tumore o per una malattia autoimmune, dall’AIDS, o da alcuni farmaci contro la sclerosi multipla, permette al virus di raggiungere il cervello, e di dare origine a questa grave infiammazione, contro la quale non ci sono rimedi né vaccini.

Ma la situazione, come dicevamo, potrebbe cambiare, perché i ricercatori hanno scoperto che un nuovo vaccino mirato contro alcune proteine virali è molto efficace, e induce una risposta del sistema immunitario in grado di prevenire la malattia. Ma non basta. Se la leucoencefalopatia multifocale progressiva è già conclamata – si legge in uno dei due studi pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine - gli anticorpi sintetizzati da un paziente e opportunamente trattati in laboratorio, possono essere usati come terapia per un altro, e curare quest’ultimo anche se il suo virus è leggermente diverso da quello contro il quale erano stati generati inizialmente.

Finora, due pazienti sono stati curati con esiti positivi grazie a queste terapie sperimentali.

A.C.
Data ultimo aggiornamento 2 ottobre 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: leucoencefalopatia multifocale progressiva, ospedale San Raffaele, PML, sclerosi multipla



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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