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Tik Tok è pieno di informazioni scorrette sulla salute: meglio evitare di consultarlo

Non bisognerebbe mai fidarsi dei video di Tik Tok, per quanto riguarda la salute, a meno che l’autore non sia un medico o una persona qualificata e attendibile. I messaggi che si trovano sulla piattaforma cinese provengono da fonti non identificate e spesso non qualificate, e spesso sono sbagliati, e più inclini a diffondere inviti a usare rimedi la cui efficacia non è dimostrata, quando non rpericolosi. E lo si vede ogni volta che lo si verifica.
Nelle ultime settimane, a questo proposito, all’American Academy of Pediatrics 2025 National Conference svoltasi a Chicago, sono stati pubblicati due diversi studi che certificano l’assurdità dei video, e anche la loro pericolosità.
Nel primo i ricercatori dell’East Carolina University Health Medical Center si sono concentrati sui cosiddetti eco-influencer, che promuovono un approccio olistico, i rimedi naturali, i miti sull’allattamento e quelli sui rimedi alternativi, che bocciano i vaccini e così via, con particolare attenzione ai messaggi per i genirtori e i bambini. Tra i 120 video analizzati, il 61% contraddiceva esplicitamente le raccomandazioni delle associazioni dei pediatri, spesso in merito ai vaccini. Ma nell’80% gli autori erano persone che si definivano genitori, e non pediatri o comunque medici o esperti o personale sanitario. Gli autori hanno anche notato una particolarità preoccupante: i video peggiori, con le informazioni più superficiali e scorrette, erano 2,7 volte più visti di quelli più scrupolosi e corretti.
La stessa situazione si è riproposta anche nel secondo studio presentato allo stesso congresso, questa volta dai ricercatori dello University of Arizona College of Medicine di Phoenix, in Arizona. Gli autori hanno creato un finto account di una ragazza di 15 anni, per vedere quali erano i primi dieci video proposti rispetto alle malattie a trasmissione sessuale e alle gravidanze. Hanno così scoperto che il 21,4% di quelli realizzati da persone senza alcuna preparazione conteneva informazioni sbagliate, contro il 3,4% dei pochi proposti da fonti adeguate. Tra le indicazioni vi erano anche suggerimenti sull’aborto, che nel 26,6% dei casi erano sbagliati, se provenivano da fonti non qualificate, mentre tra i video messi on line da medici e personale sanitario solo il 4,3% conteneva informazioni poco corrette sull’interruzione di gravidanza.
Ciò che entrambi gli studi mettono in evidenza, oltre al ruolo e alla scarsissima responsabilità delle piattaforme, è il fatto che i giovani cercano lì le informazioni, e bisogna prenderne atto, per esempio limitando quelle scorrette e inserendone di corrette, veicolate attraverso un linguaggio che risulti fruibile e gradito da persone che abbiano una formazione adeguata. In generale, comunque, sarebbe meglio educare i ragazzi e non solo a rivolgersi alle fonti migliori, e non al proprio cellulare, su temi così delicati.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 9 ottobre 2025
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