Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Il bodybuilding è associato a un rischio altissimo di morte per arresto cardiaco

Le donne che si dedicano al bodybuilding professionistico, il cui numero è molto cresciuto negli ultimi anni, dovrebbero sapere che, dedicandosi a quell’attività, corrono un elevato rischio di morte precoce per arresto cardiaco. Gli allenamenti estenuanti, i digiuni alternati alle diete iperproteiche, le disidratazioni e le reidratazioni, talvolta le sostanze dopanti che aumentano la massa muscolare mettono infatti a dura prova il loro organismo e, in particolare, il sistema cardiovascolare che, dopo qualche anno, può collassare, come già accade nei maschi, ancora più colpiti.

A mettere in luce una realtà che poche donne bodybuilder probabilmente conoscono è uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Padova e pubblicato sullo European Heart Journal, nel quale sono state ricercate le cause di un eventuale decesso in un campione di quasi 9.500 donne che avevano partecipato ad almeno una competizione internazionale tra il 2005 e il 2020. Stando alle informazioni raccolte anche sui social media e sui blog specializzati, oltreché, quando disponibili, nei documenti ufficiali e nei referti delel autopsie, tra costoro si sono verificati 32 decessi precoci, in media quando le donne avevano 42 anni e nel 31% dei casi il motivo era stato un arresto cardiaco, rivelatosi essere la prima causa di morte. Il tasso si è rivelato essere venti volte più elevato tra le professioniste rispetto alle bodybuilders amatoriali e molto più alto rispetto a quello di altri sport agonistici. Tra gli uomini, che pure muoiono per arresto cardiaco molto più della norma e più delle donne, la prima causa di morte precoce sono i suicidi e gli omicidi, responsabili del 13% dei decessi, un tasso anche in questo caso molto più elevato rispetto a quello di chi non pratica quell’attività.

Secondo gli autori, chiunque si avvicina al bodybuilding dovrebbe essere adeguatamente informato e aiutato a seguire un percorso che lo/la ponga a minor rischio possibile e in ogni caso dovrebbero essere condotti più studi sulla salute di queste persone.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 23 ottobre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA