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Ormoni e allergie, gli estrogeni peggiorano l’anafilassi?

Gli estrogeni, ormoni sessuali femminili, possono peggiorare l’anafilassi, una grave reazione allergica che può risultare fatale. A suggerirlo è uno studio condotto dai ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda (Maryland, USA) pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, secondo cui questi ormoni, particolarmente abbondanti durante la fase fertile della vita di una donna, potrebbero attivare un enzima fondamentale per la comparsa delle reazioni anafilattiche, eNOS.

I dati clinici a disposizione suggeriscono che in età adulta l’anafilassi sia più frequente fra le donne che fra gli uomini. I meccanismi alla base di questo fenomeno non sono però noti. Per studiarli gli autori di questa ricerca hanno utilizzato come modello topi in cui è stata indotta una reazione anafilattica. E’ stato così scoperto che gli estrogeni attivano l’enzima eNOS, molecola in grado di scatenate diversi sintomi dell’anafilassi. Non solo, i ricercatori hanno anche scoperto che inibendo eNOS è possibile riportare le reazioni dei topi femmine a livelli simili a quelle scatenate nei topi maschi. Per di più anche i farmaci antiestrogeni, in grado di contrastare l’azione degli estrogeni, producono lo stesso effetto dell’inibizione di eNOS, a riprova del fatto che gli estrogeni potrebbero giocare un ruolo molto importante nell’anafilassi e che intervenendo su di essi si potrebbe riuscire a modulare le reazione allergiche gravi.

Ora resta da capire se nelle donne sono presenti gli stessi meccanismi scoperti nei topi femmine e in che modo questa scoperta potrebbe essere sfruttata per prevenire o trattare le reazioni anafilattiche.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 8 luglio 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: allergie, reazione anafilattica



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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