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I dati parlano chiaro: il vaccino per il virus respiratorio sinciziale è efficace e sicuro

Non sembrano esserci dubbi: i vaccini contro il virus respiratorio sinciziale, nelle diverse formulazioni, sono molto efficaci, proteggono le popolazioni più a rischio, e sono del tutto sicuri. E’ questo il verdetto - assai positivo e rassicurante - che emerge dall’analisi del circuito Cochrane, la collaborazione internazionale di esperti che valuta gli studi pubblicati di qualità migliore, per poi trarre le conclusioni fondate su prove molto convincenti e solide. In questo caso, i dati sono stati ricavati da 14 trial clinici che hanno coinvolto oltre 100.000 persone di tutte le età e di decine di paesi, in tutti i continenti.

Il virus respiratorio sinciziale o RSV causa malattie dell’apparato respiratorio particolarmente pericolose, talvolta mortali, per i neonati e i bambini e per gli anziani. Per questo sono stati messi a punto alcuni tipi di vaccini, e molti paesi stanno coinducendo campagne attive di vaccinazione rivolte a questi soggetti. Ma che cosa dicono i dati? Senza alcun dubbio, prmuovono l’immunizzazione.

Nello specifico, la vaccinazione protegge gli anziani dal rischio di malattie delle vie aeree più basse come polmoniti e bronchiti, del 77%, e da quello di patologie come il raffreddore del 67%. Per quanto riguarda i bambini, vaccinare le donne incinte significa ridurre del 54% il rischio che i neonati abbiano bisogno di assistenza medica per una malattia delle vie respiratorie profonde, del 74% quello che abbiano una forma grave di infezione e del 54% quello che necessitino di un ricovero in ospedale.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, negli studi sono state comprese persone di tutte le età, donne incinte o in età fertile, anziani, bambini, e nessuno di essi ha mai fatto emergere differenze degne di nota tra i gruppi di vaccinati e quelli di controllo, per quanto riguarda gli effetti collaterali: i vaccini sono quindi anche molto sicuri. Il bilancio finale non può che essere positivo, e non di poco.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 7 ottobre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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