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Vampate e sudorazioni della menopausa addio, con una nuova terapia non ormonale

La terapia dei sintomi più pesanti della menopausa come le vampate e le sudorazioni notturne potrebbe essere a una svolta. Uno studio durato oltre un anno, compiuto su centinaia di donne, ha infatti confermato quanto già emerso nelle fasi precedenti della sperimentazione clinica, e cioè che l’elinzanetant (questo il nome della molecola) è molto efficace e sicuro.

Nel trial, chiamato OASIS 3, sono state coinvolte circa 600 donne di età compresa tra i 40 e i 65 anni in 83 centri europei e nordamericani, e tutte hanno assunto una compressa al giorno di elinzanetant oppurwe di placebo per un anno. Come riportato su JAMA Internal Medicine, alla fine il 73% delle partecipanti riferiva una chiara diminuzione della frequenza e dell’intensità dei sintomi cosiddetti vasomotori, cioè, appunto, in primo luogo, delle vampate e delle sudorazioni. Poco rilevanti gli effetti collaterali, consistenti soprattutto in mal di testa e stanchezza, mentre controlli più approfonditi hanno confermato che non ci sono effetti sulle ossa, sul fegato o sulla mammella. Fatto che non stupisce, non essendo una molecola ormonale. La classica terapia ormonale sostitutiva o TOS, invece, può avere conseguenze di quel tipo. 

Il tutto si spiega con il meccanismo d’azione del farmaco, che è diverso dai precedenti approvati: elinzanetant blocca i recettori di due neurotrasmettitori che intervengono sul sistema nervoso periferico e sui vasi, la neurochinina 1 e quella 3, e per questo evita tutti i problemi connessi con la terapia ormonale, regolando l’attività vasomotoria.

Mancano le approvazioni delle agenzie regolatorie che, però, sono attese nel giro di qualche settimana o mese al massimo. Se e quando arriveranno, le donne che soffrono per la menopausa avranno finalmente a disposizione una terapia farmacologica efficace e sicura.

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 23 settembre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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