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Bambini, il vaccino contro l’influenza
protegge tutta la comunità

Immunizzare i bambini contro l’influenza utilizzando il classico vaccino antinfluenzale protegge tutta la comunità in cui vivono. L’effetto, predetto ormai da anni dai modelli matematici, è stato confermato da uno studio pubblicato su PLoS One dagli epidemiologi dell’Università della Florida di Gainesville, che hanno valutato i benefici di un programma di vaccinazione che ha previsto di immunizzare contro l’influenza circa la metà di tutti i ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni residenti nella contea di Alachua, in Florida.

In totale è stata osservata una diminuzione del tasso di influenza pari al 79%. La riduzione è salita all’89% fra i bambini più piccoli - quelli di età compresa tra 0 e 4 anni - molti dei quali non immunizzati perché il vaccino non viene somministrato prima dei 6 mesi di vita. Ma non solo. Anche tra i non vaccinati di tutte le età, infatti, è stato osservato un calo del tasso di influenza pari al 60%.

La vaccinazione antinfluenzale non protegge quindi solo chi la riceve, ma riduce anche la possibilità di circolazione dei virus all’interno di tutta la comunità in cui vive chi viene vaccinato.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 5 giugno 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: influenza, vaccinazione, vaccino



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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