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Allo studio un vaccino universale per frenare tutte le allergie

Per ora i risultati positivi sono stati ottenuti su animali, ma gli allergologi della McGill University di Montreal (Canada) sono ottimisti, e confidano d poter iniziare quanto prima i test sull’uomo del primo vaccino universale anti-allergie. Il composto è una sostanza chiamata STAT6-IP diretta contro una molecola chiamata STAT6, fondamentale nelle fasi iniziali della reazione allergica. Bloccando STAT6 – riferiscono i ricercatori sulla rivista Mucosal Immunology - il sistema immunitario viene in un certo senso allontanato dalla reazione allergica, e "indirizzato" verso la tolleranza.

Per questo motivo, più la somministrazione di STAT6-IP è precoce, negli animali da laboratorio, migliore si è rivleato l’effetto. Come dicevamo, non si tratta di un vaccino contro un tipo specifico di allergene, ma di un intervento sul sistema immunitario nel suo complesso, che può evitare l’instaurarsi dell’allergia.

Negli animali trattati con STAT6-IP, la successiva esposizione ai più comuni allergeni, quali l’albumina, non ha indotto alcuna reazione allergica o, se anche si è avviata una reazione, è stata di lieve intensità.

Infine, STAT6-IP presenta un ulteriore, grande vantaggio: può essere somministrato facilmente, per via nasale, e questo potrebbe renderlo adatto, per esempio, a un trattamento di bambini predisposti - solo se le sperimentazioni sugli uomini, naturalmente, confermeranno i risultati ottenuti sugli animali.

 

A.C.
Data ultimo aggiornamento 21 maggio 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: allergie



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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