AUTOIMMUNITà
Il consumo di cibi ultraprocessati peggiora molto l’andamento della sclerosi multipla

Il consumo di alimenti ultraprocessati o UPF è associato a un peggioramento della sclerosi multipla, in chi ha già una diagnosi. Lo suggerisce uno studio presentato al recente congresso European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS 2025) svoltosi nei giorni scorsi a Barcellona, dai neurologi della Chan School of Public Health di Harvard, basato su 450 pazienti. Il consumo di UPF è stato definito con l’analisi dei metaboliti intestinali e del plasma (e non, come spesso accade, in base a questionari sulle abitudini, non sempre affidabili), mentre i dati relativi alle crisi e in generale all’andamento della malattia sono stati analizzati a due e cinque anni dalla diagnosi, e messi in relazione con gli UPF. Il risultato è stato che non sembra esserci una connessione con l’esordio della malattia, ma con la sua gravità sì. I numeri mostrano infatti che chi aveva consumato più UPF aveva avuto crisi più gravi e più numerose, cui corrispondevano riscontri radiologici specifici.
I motivi sarebbero di diverso tipo. Intanto gli UPF inducono uno stato generale di infiammazione, che non può che aggravare l’attacco autoimmune della sclerosi multipla. Inoltre alterano la permeabilità delle pareti intestinali, favorendo la migrazione di tossine dall’intestino al cervello, fatto che, a sua volta, innesca reazioni immunitarie a livello centrale. Causano anche uno stress metabolico, che non aiuta a combattere efficacemente l’attacco autoimmune. Infine, alterano alcuni composti delle membrane come le ceramidi, fondamentali per mantenere integra la barriera che protegge le fibre nervose, la mielina, al centro della reazione autoimmunitaria della malattia. In generale, scatenano un’infiammazione generalizzata che peggiora sensibilmente la situazione e ostacola la reazione corretta dell’organismo.
In attesa di ulteriori conferme, il consiglio per i malati è quello di limitare al massimo questi alimenti, anche se – sottolineano gli autori - nessuna dieta può sostituire la necessaria terapia.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 ottobre 2025
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