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Vaccino trivalente in gravidanza:
il DTPa è sicuro ed efficace

Il vaccino trivalente contro pertosse, tetano e difterite (DTPa) è sicuro anche durante la gravidanza, protegge il bambino e non fa aumentare in modo significativo le complicazioni, né durante la gestazione né al momento del parto. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA) da un gruppo di ricercatori statunitensi guidato da Elyse Kharbanda dell’Health Partners Institute for Educational and Research di Minneapolis (Minnesota).

Nel 2010, dopo un focolaio di pertosse che ha causato decessi fra i neonati, il Dipartimento della Salute californiano ha iniziato a raccomandare la somministrazione del vaccino trivalente DTPa anche alle donne incinte. La sicurezza della vaccinazione non era però stata ancora accertata. Ora ne arriva la promozione: le gravidanze delle donne vaccinate coinvolte nello studio non sono infatti risultate più a rischio di ipertensione gestazionale e parti pretermine, e i loro figli non sono apparsi significativamente diversi da quelli delle donne non vaccinate in termini di peso, altezza o altri paramentri. Nel gruppo delle donne vaccinate è però risultata leggermente superiore alla norma la percentuale dei casi di corioamniosite, un’infezione del sacco amniotico che può portare a conseguenze anche gravi (questo problema si è presentato nel 5,5% delle donne non vaccinate e nel 6,1% di quelle vaccinate).

A.B.
Data ultimo aggiornamento 16 giugno 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: difterite, gravidanza, pertosse, vaccinazione, vaccino



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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