GINECOLOGIA
Un esame delle feci potrebbe rivelare in anticipo la presenza di un’endometrosi
La diagnosi di endometriosi, che oggi arriva in media dopo sette anni di esami spesso errati e talvolta invasivi, in futuro potrebbe essere fatta con una semplice analisi delle feci. Uno studio pubblicato su Med dimostra infatti che, nelle donne colpite dalla malattia – che provoca dolore, cicli mestruali molto abbondanti e talvolta infertilità – il microbiota intestinale ha un aspetto molto specifico, per quanto riguarda la composizione e la presenza relativa delle diverse specie. E c’è di più: grazie ai test effettuati, gli autori, ricercatori del Baylor College di Houston (Texas), hanno anche identificato una sostanza che potrebbe essere utilizzata a scopo terapeutico.
Nello studio sono state analizzate le feci di 18 pazienti e 31 donne senza endometriosi, e il risultato è stato che chi ha l’endometriosi ha anche un assortimento molto riconoscibile del microbiota. Inoltre, ha una quantità inferiore alla media di 4-idrossi-indolo, una sostanza prodotta dalle specie batteriche “positive” che, oltretutto, potrebbe diventare la base di una nuova terapia. Infatti, se si somministra 4-idrossi-indolo ai modelli animali di endometriosi di ottengono benefici immediati, in termini di minore infiammazione, dolore meno intenso, diminuzione delle lesioni già presenti e rallentamento della crescita del tessuto.
Infine, la “firma” del microbiota di chi soffre di endometriosi è simile a quella di chi ha un colon irritabile, e questo suggerisce possibili legami tra le due condizioni, ancora tutti da esplorare.
Se gli studi confermeranno quanto osservato, presto ci potrebbe essere un test del tutto non invasivo, da fare anche a casa, per confermare il sospetto di endometriosi, e intervenire prima possibile con le cure disponibili. Tra le quali potrebbe esserci anche il 4-idrossi-indolo, o un suo derivato.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 ottobre 2024
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