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Milioni di giovani lo confermano: i vaccini contro l’HPV abbattono dell’80% il rischio

I numeri non lasciano alcuno spazio ai dubbi: i vaccini contro il papillomavirus umano (HPV) fanno crollare il rischio di sviluppare un tumore della cervice uterina dell’80%, e gli effetti collaterali sono minimi (talvolta rossore per qualche ora nel punto di iniezione). Lo confermano le due revisioni sistematiche più imponenti mai realizzate, effettuate da esperti internazionali che aderiscono alla Cochrane Collaboration, il circuito che valuta gli studi con criteri estremamente rigorosi, per giungere a conclusioni inattaccabili.

Nel primo sono stati inclusi 60 studi, che hanno coinvolto oltre 157.000 giovani, e il risultato è stato che qualunque tipo di vaccino (ne esistono diversi in commercio, con un numero variabile di ceppi di HPV e protocolli di somministrazione differenti) effettuato tra i 15 e i 25 anni abbatte il rischio di sviluppare sia un tumore della cervice e dei genitali esterni, così come del cavo orale, sia una lesione pretumorale, sia, ancora, i condilomi (le lesioni cutanee tipiche dell’infezione).

Il secondo ha invece preso in considerazione i dati di 132 milioni di persone coinvolte in 225 studi di confronto tra l’incidenza delle malattie associate all’HPV prima e dopo l’introduzione delle campagne di vaccinazione di massa. Anche in questo caso, il rischio di tumori risulta diminuito di più dell’80%, così come quello delle lesioni pretumorali e quello di condilomi. E anche in questo caso gli allarmi sugli effetti collaterali o reazioni gravi non reggono, perché non risultano dai dati ufficiali dei registri dei diversi paesi.

Quello che emerge invece è che l’efficacia massima si ha quando la vaccinazione viene effettuata prima dell’inizio dell’attività sessuale o del contato con HPV.

Moltissimi paesi offrono la vaccinazione gratuita a partire dai 12 anni, anche ai ragazzi. Le due revisioni sono un ottimo argomento per convincere chi ancora avesse dei dubbi, anche perché confermano tutti gli studi usciti negli ultimi dieci anni: quella dei vaccini contro i papillomavirus è una delle storie vaccinali di maggior successo degli ultimi decenni.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 8 dicembre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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