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Gli antidiabetici proteggono dai alcuni tumori, ma possono danneggiare gli occhi

Esistono almeno 13 tipi di tumori il cui sviluppo è favorito dall’obesità. Per questo, e forse anche per altri motivi, l’assunzione degli antidiabetici-antiobesità della classe degli agonisti dei recettori del Glucagon-like Peptide 1 o GLP1 della stessa famiglia del più noto, il semaglutide od ozempic fa diminuire il rischio oncologico. Lo ha dimostrato uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Network Open i cui autori, ricercatori del Center for Science, Health, and Society della Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland, in Ohio, non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno economico dai produttori. In esso sono stati analizzati i dati di 1,6 milioni di americani con una diagnosi di diabete di tipo 2 e nessun segno di tumore all’inizio delle rilevazioni, curati con metformina, insulina o un agonista di GLP-1 tra il 2005, anno della prima introduzione in clinica di questi farmaci, e il 2018. Il risultato è stato che, rispetto a chi era stato trattato con insulina, chi era stato trattato con un agonista di GLP-1 ha avuto una diminuzione del rischio di 10 su 13 tumori, mentre nel confronto con la metformina è emerso che le due terapie sono paragonabili, quanto a rischio oncologico, e che c’è un piccolo aumento del rischio di tumore del rene per chi è stato avviato agli agonisti GLP-1.

Nel frattempo, alla già lunga lista di possibili effetti collaterali si deve aggiungere una condizione chiamata arterite ottica anteriore ischemica o NAION, che nei casi più gravi può condurre a cecità. Secondo uno studio pubblicato anch’esso su Jama Ophtalmology e condotto su 700 diabetici curati con semaglutide o con altre terapie antidiabetiche tra il 2017 e il 2023, l’assunzione di agonisti di GLP-1 è risultata associata a 17 casi di NAION, quella di altre terapia a 6 casi, e il rischio, su 36 mesi, è stato rispettivamente dell’8,9 e dell’1,8%. Tra gli obesi i numeri sono state anche peggiori: 20 casi contro 3, e un rischio di 6,7 contro 0,8%. Secondo gli autori è urgente approfondire.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 1 agosto 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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