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Una dieta a base prevalentemente vegetale attenua i sintomi più gravi della psoriasi

Chi soffre di psoriasi dovrebbe prestare attenzione a ciò che mangia. Dalle caratteristiche della sua dieta dipende infatti, e in misura non irrilevante, la gravità della malattia e delle sue manifestazioni. Lo dimostra uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition dagli immunologi e nutrizionisti del King’s College di Londra, che hanno verificato la possibile associazione nell’ambito di una ricerca dedicata a questio aspetti, chiamata Asking People with Psoriasis about Lifestyle and Eating (APPLE).

In essa oltre 250 persone affette da psoriasi sono state interrogate in merito alla loro alimentazione e, in particolare, all’adesione più o meno stretta alla dieta mediterranea, alla sua variante nota come DASH (da Dietary Approaches to Stop Hypertension, variante di quella mediterranea messa a punto inizialmente come strumento di prevenzione cardiovascolare) e dall’Healthy Plant-based Diet Index. In pratica, si voleva valutare lo spazio dato da ciascuno dei partecipanti ai vegetali freschi, alle carni, ai frutti a guscio, ai latticini, ai cereali integrali, allo zucchero e al sale, agli alimenti ultraprocessati e così via. Il risultato è stato molto chiaro: più elevato era il consumo di carni rosse e lavorate, peggiori erano i sintomi, anche a prescindere dal peso. Viceversa, più elevato era quello di frutta e verdura, legumi, cereali integrali e noci, migliore era l’andamento delle crisi anche se, in questo caso, per avere un effetto positivo anche il peso doveva essere sotto controllo.

In generale, quindi, per prevenire i sintomi più gravi bisogna adottare una dieta dove i vegetali freschi, i legumi, le farine integrali, e gli alimenti poco lavorati, freschi, abbiano un ruolo primario, e dove le proteine animali, il sale, lo zucchero, i grassi saturi, e i prodotti frutto di lavorazioni industriali ne abbiano uno molto limitato.

Secondo gli autori, i medici dovrebbero sempre ricordarlo ai propri pazienti, includendo i consigli alimentari nelle raccomandazioni pe rlòa gestione della terapia, e dandovi la giusta rilevanza.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 10 marzo 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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