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Scoperte cellule responsabili dello shock anafilattico

Gli allergologi del Cincinnati Children’s Hospital (USA) hanno scoperto un tipo di cellule mai descritte prima, che hanno chiamato MMC9 (da IL9-producing mucosal mast cells). Queste cellule potrebbero avere un ruolo importante nell’insorgenza delle reazioni allergiche gravi (reazioni che - per motivi non ancora ben chiariti - a volte sfociano nello shock anafilattico e, in assenza di soccorsi tempestivi, possono portare alla morte). Le MM9 sono state identificate in alcuni animali ai quali era stata somministrata una delle proteine più allergizzanti, l’ovoalbumina dell’uovo.

Le MMC9 producono grandi quantità di una molecola (citochina) chiamata interleuchina 9, sostanza che promuove e amplifica le reazioni infiammatorie tipiche dell’allergia grave (l’interleuchina 9 era già stata associata alle forme più pericolose di allergia, senza però mai capirne la provenienza). La quantità delle proteine MMC9 presenti nell’organismo dipende da una serie di varianti genetiche che i ricercatori stanno studiando.

I dati ottenuti negli animali sono stati poi confermati in pazienti che avevano gravi reazioni allergiche.

Al momento ricercatori stanno lavorando per mettere a punto un esame del sangue che permetta di identificare le persone con alte dosi di MMC9 e dunque più a rischio di gravi reazioni allergiche. Le stesse MMC9 potrebbero diventare, in futuro, un bersaglio per arginare lo shock anafilattico.

A.C.
Data ultimo aggiornamento 1 ottobre 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: istamina, mastociti, shock anafilattico



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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