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Presto un antibiotico tutto nuovo contro
il batterio della gonorrea: la zoliflodacina

La battaglia contro la gonorrea, malattia a trasmissione sessuale causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, diventato ormai resistente a quasi tutti gli antibiotici con la sola esclusione, in alcune zone, del ceftriaxone, potrebbe essere a un punto di svolta. Un nuovo antibiotico, progettato specificamente contro di essa, e gestito in modo del tutto particolare già prima dell’approvazione, potrebbe infatti cambiare la situazione. La molecola in questione si chiama zoliflodacina ed è stata messa a punto grazie alla collaborazione tra un’associazione no profit, la Global Antibiotic Research & Development Partnership o GARDP e l’azienda Innoviva Specialty Therapeutics, che hanno selezionato la molecola e l’hanno testata, in vitro, in 13.000 campioni di pazienti. Come riferisce il sito Stat news, i ricercatori della partnership in seguito l’hanno sperimentata sui pazienti arrivando fino alla fase III, condotta su oltre 900 persone di cinque paesi di quattro continenti: Belgio, Olanda, Sud Africa, Thailandia e Stati Uniti. I test sono stati positivi, perché hanno mostrato che la molecola non è inferiore a quelle esistenti e ancora attive. Oltretutto il farmaco, che è da assumere una sola volta per via orale (in una pasticca, o in una sospensione o in un granulato), si è rivelato molto ben tollerato. Nel frattempo, i brevetti sono stati depositati in 160 paesi a reddito medio e basso, in alcuni dei quali è già stata predisposta la filiera della produzione, in modo da poter sintetizzare il farmaco in loco a prezzi accessibili, mentre la commercializzazione nei paesi più sviluppati seguirà un’altra strada.

Dal punto di vista medico, i benefici di un’unica somministrazione, per di più orale, sono evidenti, non solo nei paesi meno sviluppati. Inoltre, per la prima volta, questo antibiotico, che si basa su principi chimici diversi da tutti quelli esistenti, qualora fosse approvato (ma si ritiene che lo sarà, e anche piuttosto presto), sarà riservato esclusivamente alla gonorrea e, in particolar modo, a quella resistente alle molecole classiche. Si spera così di preservarne l’efficacia molto più a lungo, allontanando il rischio che il batterio sviluppi resistenza, nella speranza che, nel frattempo, grazie a esso, la diffusione della malattia diminuisca.

Ogni anno non meno di 80 milioni di persone sono infettate dalla gonorrea, che provoca dolori, infiammazioni addominali, infertilità e, nei bambini nati da madri infette, cecità.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 16 novembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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