GASTROENTEROLOGIA
Per calmare un colon irritabile la dieta, i pre-
e i probiotici sono efficaci come i farmaci
Per combattere le malattie infiammatorie intestinali e, in particolare, il colon irritabile, una dieta opportuna è efficace quanto e talvolta più dei farmaci. Lo dimostra uno studio dei gastroenterologi dell’Università di Gotheborg, in Svezia, nel quale sono stati sperimentati due regimi dietetici, messi a confronto con la gestione standard della malattia, che consiste nell’assumere alcuni farmaci nei momenti di crisi acute.
Come riferito su Lancet Gastroenterology & Hepatology, nello studio sono stati coinvolti 300 pazienti, suddivisi in tre gruppi. Al primo è stato chiesto di assumere una dieta povera in alimenti che fermentano nell’intestino, chiamati anche FODMAPs da Fermentable Oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols, rappresentati per lo più da vari tipi di zuccheri semplici e complessi presenti nei legumi, negli alimenti con lattosio, nelle cipolle e nei cereali. Ai secondi è stata consigliata una dieta con pochi zuccheri e carboidrati, e più grassi e proteine, mentre al terzo è stato chiesto di non modificare le proprie abitudini alimentari e di assumere farmaci in caso di necessità.
I risultati sono stati molto chiari: gli appartenenti al primo gruppo hanno avuto il 76% di crisi in meno, quelli del secondo il 71% in meno, e quelli trattai con i farmaci il 58%. Tutti hanno avuto un miglioramento generale della qualità di vita e un’attenuazione dei sintomi.
Interessante, poi, il riscontro dopo sei mesi dalla fine della dieta, perché anche se la maggior parte dei pazienti era tornata alle proprie abitudini, i benefici erano ancora visibili: il 68% dei trattati con farmaci e di coloro che avevano seguito la dieta a basso tenore di FODMAP e il 60% degli altri avevano ancora meno disturbi rispetto a prima.
Come hanno sottolineato gli autori, la dieta può essere quindi molto utile, in alcuni casi più delle terapie farmacologiche.
In aggiunta alla dieta, sempre cercando alternative terapie farmacologiche classiche, si può definire una ricetta personalizzata, finalizzata a riequilibrare il microbiota, e costituita da antibiotici, prebiotici e probiotici. Lo suggeriscono i gastroeneterologi dell’Università del Sacro Cuore di Roma, che hanno sperimentato la loro idea su 13 pazienti. Come hanno poi riferito al congresso europeo di microbiologhia svoltosi a Barcellona, una volta tracciato il profilo del microbiota di ciascun malato, sono intervenuti riducendo le specie batteriche più dannose (con un antibiotico), e poi fornendo batteri positivi (i probiotici) e sostanze che ne favoriscono l’attecchimento (i prebiotici). Dopo 12 settimane, il 93% dei pazienti aveva avuto un choaro miglioramento, il 38,5% una remissione totale. I risultati sino quindi molto promettenti.
L’approccio migliore è scegliere una cura personalizzata, cercando di capire a quale tipo di approccio il paziente possa rispondere meglio. In ogni caso – concludono – se ben gestito, il colon irritabile si può curare.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 7 maggio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco