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Per avere i massimi benefici dallo yogurt bianco basta aggiungere un po’ di miele

Lo yogurt bianco è ancora più benefico se addolcito con un cucchiaino di miele, perché quest’ultimo preserva meglio i probiotici in esso contenuti dall’azione degli enzimi della digestione. Lo dimostrano due studi complementari pubblicato sul Journal of Nutrition dai ricercatori dell’Università dell’Illinois di Urbana-Campaign, che hanno condotto prima una serie di test in vitro e poi un’altra serie di prove nell’uomo.

Nel primo studio hanno messo uno yogurt con quattro tipi di miele (di erba medica, di grano saraceno, di fiori d’arancio e di trifoglio) oppure senza aggiunte in condizioni che riproducono la digestione nella saliva, nello stomaco, con la bile del tratto gastrointestinale o anche solo con gli acidi biliari, e verificato la concentrazione di uno del probiotici più importanti dello yogurt, il Bifidobacterium animalis. Per quanto riguarda la saliva e lo stomaco non sono emerse differenze, ma nelle altre due situazioni il miele ha protetto il probiotico soprattutto con il miele di grano saraceno. 

Nel secondo studio i ricercatori hanno chiesto a 66 volontari sani si consumare i vari tipi di yogurt ciascuno per due settimane e poi hanno analizzato le feci e l’andamento della motilità intestinale, e hanno ritrovato lo stesso tipo di effetto visto in laboratorio, sui probiotici, ma nessun effetto sulla regolarità, forse perché i partecipanti erano in ottima salute e non avevano bisogno di regolarizzare l’intestino.

La conclusione è quindi che l’aggiunta di piccole quantità di miele possono potenziare molto i benefici dello yogurt bianco sul microbiota intestinale. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 19 agosto 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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