Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Lo yoga migliora il funzionamento del cuore e la qualità di vita in chi ha uno scompenso

Chi soffre di scompenso cardiaco dovrebbe valutare la possibilità di seguire un corso di yoga e, dopo averne appreso le basi, di praticare regolarmente anche a casa, perché questo aiuta a migliorare la qualità di vita, e ha anche un impatto su alcuni dei parametri cardiaci.

Lo scompenso cardiaco è una condizione nella quale il cuore non pompa sangue a sufficienza, e in cui si ritrova spesso chi ha subito un intervento alle coronarie, o un’angioplastica o un’operazione sul cuore. A seconda della gravità, è classificato in 4 stadi, dove il quarto è il più grave. Esistono terapie farmacologiche, ma nessuna di esse riesce a essere risolutiva.

Per verificare se lo yoga potesse essere di aiuto, i cardiologi dell’Indian Council for Medical Research del Kasturba Medical College & Hospital di Manipal, in India, hanno selezionato 75 persone con uno scompenso in stadio III, di età compresa tra i 30 e i 70 anni, che avevano subito una procedura cardiologica nell’anno precedente e che erano in una fase stabile, con terapie personalizzate, da sei mesi, e li hanno suddivisi in due gruppi. Al primo è stato chiesto di seguire una lezione di yoga di 60 minuti cinque giorni alla settimana per 12 mesi, mentre all’altro non è stata fatta alcuna raccomandazione specifica. I partecipanti del gruppo di trattamento, dopo aver seguito una serie di lezioni con un maestro qualificato, potevano continuare a casa, avendo sempre a disposizione il maestro per eventuali dubbi o situazioni specifiche. Come hanno poi riferito gli autori al congresso dell’American College of Cardiology Asia 2023, svoltosi a Manila (Filippine) nelle scorse settimane, dopo un anno le differenze sono risultate evidenti. In base a un questionario convalidato dell’OMS, in 26 punti, relativo alla qualità di vita, chi aveva praticato mostrava miglioramenti nella resistenza, nell’equilibrio, nell’umore, nella forza e nella stabilità dei sintomi rispetto agli altri. Dal punto di vista cardiologico, poi, anche se l’ecocardiogramma non mostrava particolari differenze, uno dei parametri più importanti per lo scompenso, e cioè la funzionalità sistolica ventricolare sinistra, era decisamente migliore in chi aveva praticato.

Lo yoga è una disciplina millenaria che coniuga esercizi fisici, respirazione e meditazione, e da anni la medicina occidentale ne sta dimostrando i benefici. A questi si deve ora aggiungere l’effetto positivo sulla qualirtà di vita e sulla funzionalità cardiaca dei cuori affaticati e per tale motivo, secondo gli autori, dovrebbe essere consigliato a tutti coloro che soffrono di scompenso.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 12 ottobre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA