Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Le microplastiche si accumulano ovunque nell’organismo, e soprattutto nel cervello

Le microplastiche, i frammenti di plastiche con diametri che vanno da 1 nanometro a 500 micrometri, ubiquitari sulla Terra e nell’organismo, tendono ad accumularsi nel cervello più che in altri organi. Inoltre, sono in crescita costante. 

La scoperta della presenza di microplastiche nel cervello, che segue il rinvenimento in tutti gli organi (tra i quali i polmoni, i reni, l’intestino, il fegato, la placenta, il midollo, il liquido spermatico, il latte materno, l’urina, il sangue, il midollo osseo) e dell’aumento degli ultimi anni si deve ai ricercatori dell’Università del New Mexico, che hanno effettuato un confronto tra ciò che avevano trovato in campioni autoptici nel 2016 e ciò che hanno rilevato in altri campioni del 2024. Come riportato in anteprima dai National Institutes of Health statunitensi, infatti, il raffronto per la presenza di 12 polimeri tra i più comuni nelle plastiche, fatto tra 27 campioni del 2016 e 24 del 2024, in entrambi i casi di uomini e donne dell’età media di circa 50 anni, ha dato un risultato preoccupante. Le microplastiche sono state trovate in tutti gli organi, ma con concentrazioni particolarmente elevate – fino a 20 volte quelle di altri tessuti – nel cervello. Inoltre le quantità sono in crescita nel 2024 rispetto al 2016, e nei campioni del 2024 le microplastiche sono arrivate a costituire lo 0,5% in peso: una quantità mai vista prima. Tra i 12 polimeri, il polietilene è risultato essere il più rappresentato nel cervello. Secondo gli autori, è indispensabile agire urgentemente per limitare la dispersione delle micro- e nanoplastiche, anche perché, oltre a possibili effetti non ancora identificati, sembra dimostrato che esse favoriscono la formazione di aggregati di proteine. Di conseguenza, si pensa che possano alimentare i fenomeni neurodegenerativi quali quelli delle demenze.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 30 agosto 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA