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Le lenti per occhiali altamente asferiche o
HAL contrastano efficacemente la miopia

Per contrastare la miopia nei bambini, una soluzione sono le lenti cosiddette altamente asferiche o HAL, da montare sugli occhiali. Rispetto ad altri metodi, infatti, le HAL riescono a evitare di perdere fino a 1,75 diottrie e un allungamento assiale (parametro molto importante per il peggioramento) di 1,72 millimetri. Ciò riduce di tre quarti il rischio di arrivare alla miopia grave, come viene considerata quella superiore alle sei diottrie, che limita la possibilità di intervento.

L’aumento della miopia infantile è visibile in tutto il mondo, e continua ad crescere a ritmi preoccupanti, a causa dello stile di vita, dell’insifficienza del tempo passato all’aria aperta e della esagerata visione ravvicinata favorita dai device. Oggi una persona su tre è miope, ma secondo le stime entro pochi anni lo sarà una su due. Per questo gli oculisti del Wenzhou Medical University Eye’s Hospital di Wenzhou, in Cina, hanno voluto controllare i risultati a lungo termine ottenuti da 43 bambini di 8-13 anni che avevano usato le HAL, confrontandoli con quelli di altri bambini che avevano usato lenti normali per lo stesso periodo di tempo.

Come hanno illustrato su Eye and Vision, dopo cinque anni i piccoli che avevano indossato queste lenti hanno perso 1,27 diottrie, contro le 3,03 dei bambini di controlli, e hanno avuto un allungamento assiale di 0,67 mm, contro gli 1,40 degli altri. In altre parole, la miopia è stata rallentata del 58%, l’allungamento del 52%. Tra i bambini con le HAL, solo il 9% ha sviluppato una miopia grave, contro il 38% dei controlli.

Tutto ciò rafforza le prove a favore di queste lenti che, oltretutto, non presentano i limiti di quelle a contatto, in termini di infezioni e allergie, né quelli dell’altra misura suggerita da qualche tempo: l’instillazione di gocce di atropina. Se i dati troveranno ulteriopri conferme probabilmente nei prossimi anni le lenti HAL sostituiranno quelle attuali, almeno nei bambini.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 8 aprile 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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