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Le infezioni della pelle
aggravano la dermatite atopica

La dermatite atopica, malattia infiammatoria della pelle caratterizzata da prurito e arrossamenti, può essere aggravata dalle infezioni cutanee, in particolare da quelle associate allo stafilococco aureo, un batterio circa 200 volte più abbondante sull’epidermide di chi convive con questo disturbo. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Tubinga, in Germania, in uno studio pubblicato sulla rivista Immunity che ha previsto esperimenti sia sugli animali che su pazienti.

Gli autori di questo studio hanno infatti scoperto che in presenza di quantità elevate di proteine provenienti dallo stafilococco le cellule immunitarie che vengono attivate dalla presenza di microbi sulla cute - le cellule soppressorie di derivazione mieloide, MDSC - sono molto più numerose. Questa sovrabbondanza di MDSC fa saltare i delicati equilibri che presiedono alla regolazione delle risposte di difesa, che in condizioni normali, se necessario, vengono bloccate nel momento opportuno. In altre parole, le MDSC sopprimono le strategie protettive della pelle, aggravando le conseguenze delle infezioni da stafilococco aureo.

I ricercatori hanno anche scoperto che nei pazienti con dermatite atopica (sulla cui pelle si accumulano batteri come lo stafilococco aureo) i livelli di MDCS sono più elevati sia sull’epidermide che nel sangue. Questa sovrabbondanza sopprimerebbe le risposte immunitarie della pelle, portando a conseguenze negative sulla progressione della dermatite.

Il prossimo obiettivo degli scienziati sarà studiare il fenomeno più nel dettaglio nella speranza di ottenere informazioni che permettano di mettere a punto nuovi approcci terapeutici per il trattamento di patologie infiammatorie della pelle come la dermatite atopica.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 15 luglio 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: dermatite atopica, stafilococco aureo



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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