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La carenza di vitamina D
fa aumentare le infiammazioni

Bassi livelli di vitamina D possono far aumentare il rischio di diabete di tipo 2 e di malattie cardiovascolari, e questo avviene, secondo i ricercatori della Washington University di Saint Louis (in Missouri, Stati Uniti), per una serie di conseguenze che si "riverberano" sul sistema immunitario. In particolare, la carenza di vitamina D modifica, secondo gli studiosi americani, il funzionamento di alcuni tipi di cellule importanti del nostro apparato difensivo, i monociti e i macrofagi, innescando una serie di infiammazioni lungo le pareti interne dei vasi sanguigni, che a loro volta facilitano l’accumulo delle placche aterosclerotiche. E questa circostanza accresce la resistenza all’insulina, primo passo verso il diabete di tipo 2.

I ricercatori della Washington University sono arrivati a questa conclusione studiando animali da laboratorio con il codice genetico modificato, in modo tale da non produrre più una proteina che invece è essenziale per consentire ai monociti e ai macrofagi, appunto, di legarsi alla vitamina D. Senza poter utilizzare questa molecola, i topi hanno mostrato un forte aumento delle infiammazioni dei vasi sanguigni e il contemporaneo incremento delle placche.

Come riferisce la rivista Cell Reports, la vitamina D sembra quindi esercitare un ruolo decisivo nel coadiuvare i monociti e i macrofagi a tenere le arterie pulite e l’infiammazione nella norma. Nei soggetti a rischio sarebbe quindi importante verificare sempre la concentrazione di vitamina D e, in caso di carenza accertata, consigliarne l’assunzione. Questa vitamina si trova, soprattutto, in pesci come il salmone, le aringhe, il tonno, il pesce spada o le trote, e nell’olio di fegato di merluzzo e nelle uova.

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 25 marzo 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: diabete di tipo 2, macrofagi, monociti, vitamina D



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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