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Il tragico bilancio dell’idrossiclorochina
anticovid è di 16.000 morti (come minimo)

Il numero ufficiale dei decessi direttamente attribuibili all’assunzione di idrossiclorochina per curare il Covid 19 è 16.000, ma sicuramente si tratta di una cifra sottostimata. Anche così, tuttavia, rende l’idea di che cosa significhi non affidarsi alla scienza, ma a qualche teoria priva di fondamento, sempre più spesso veicolata attraverso i social, e promossa da persone senza scrupoli. A fornire la stima è il quotidiano francese Le Figaro, e questo non sptupisce, perché la Francia è uno dei paesi da cui è nata l’idea di utilizzare l’antimalarico (oggi usato anche per il lupus) in chiave antivirale, veicolata dal virologo Didier Raoult, al momento sotto inchiesta da parte della magistratura per aver pubblicato dati falsi (sulla piattaforma MedRxriv) e prescritto il farmaco, mai approvato per quell’indicazione; la "cura" è stata poi promossa, in alcuni paesi, direttamente da capi di stato quali Donald Trump e Jair Bolsonaro, con danni incalcolabili.

Ma l’origine è uno studio scientifico che ha preso in esame quanto accaduto in cinque paesi oltre alla Francia: Italia, Turchia, Stati Uniti, Belgio e Spagna, presentato di recente al congresso della Società Francese di Farmacologia dai farmacologi degli Hospices Civils di Lione. I quali, in base a valutazioni fatte già nel 2020, e ai dati contenuti nei registri ufficiali sulle prescrizioni dei farmaci on ospedale, hanno calcolato che l’impiego di idrossiclorochina è stato associato a un eccesso di morti dell’11% rispetto alla mortalità divuta alla malattia, o ad altre cure, cioè circa 200 decessi in più in Francia, un centinaio in Turchia, poco meno di 2.000 per la Spagna, e poco meno di 12.000 negli Stati Uniti. Le cifre variano, perché da paese a paese, varia molto la percentuale dei malati cui è stato dato il farmaco: in Spagna, per esempio, è stata addirittura dell’84% dei malati, nei primi mesi, mentre in Francia al 16%.

E’ del tutto evidente che la stima non è esaustiva, e che moltissimi, comprese persone che hanno assunto il farmaco a casa, spesso senza alcuna supervisione medica, e che sono decedute per questo, non sono state conteggiate.

La speranza è che la lezione sia ora recepita, e che si smetta di affidarsi a terapeuti che non possono dimostrare quanto affermano (se non, come Raoult, mentendo).

A.B.
Data ultimo aggiornamento 21 giugno 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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