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Febbre dengue, funziona nuovo vaccino

Una sperimentazione condotta in cinque Paesi asiatici su diecimila bambini ha fornito risultati incoraggianti. Buona la protezione contro due dei quattro ceppi virali veicolati dalle zanzare Aedes

Un nuovo vaccino potrebbe aiutare a ridurre i casi di febbre dengue. Una buona notizia per la cura di questa malattia. L’annuncio arriva dalla rivista Lancet, che riporta i dati di un ampio studio coordinato dai ricercatori del Research Institute for Tropical Diseases delle Filippine e condotto in cinque Paesi dell’area Asia-Pacifico, su oltre 10mila bambini sani tra i 2 e i 14 anni, metà dei quali vaccinati (alla nascita, e poi a 6 e 12 mesi) e metà trattati con un placebo.

LA RICERCA - Lo studio ha rilevato come grazie ai vaccini ci sia stata una diminuzione dei contagi del 56,5%: in totale si sono registrati 250 casi di dengue a 28 giorni dalla terza iniezione, 117 nel gruppo dei vaccinati e 133 nei controlli.
Oltre a ciò, l’immunizzazione ha causato una diminuzione dell’88,5% dei casi di febbre emorragica (una delle complicazioni più gravi della malattia) e del 67% dei ricoveri.
Verificando poi i singoli ceppi virali (ve ne sono 4 in tutto), gli autori hanno scoperto che il preparato protegge poco contro il virus 2 (35% di contagi in meno rispetto ai controlli), molto contro i virus 3 e 4 (75%) e in misura intermedia contro il virus 1 (50%). Pochi, in ogni caso, gli effetti collaterali.

RISULTATI INCORAGGIANTI - Secondo Annelies Wilder-Smith, dell’Università Tecnologica Nanyang di Singapore, il nuovo vaccino potrebbe rappresentare, per il momento, una buona soluzione, sebbene le percentuali di protezione dalla febbre dengue non siano proprio ottimali. Anche perché, stando ai dati, l’immunizzazione si raggiunge già alla prima dose. Poter somministrare un vaccino in un’unica dose anziché tre (come avviene con altri farmaci) nei Paesi dove la dengue è endemica potrebbe costituire un indubbio vantaggio. Inoltre, il preparato aiuta a prevenire l’aggravarsi della malattia e i ricoveri. Nel frattempo, conclude l’esperta, bisognerebbe migliorare al più presto, però, le altre misure quali l’uso di insetticidi, la distribuzione dei farmaci, la gestione dei malati e il controllo della diffusione delle zanzare.

IL CONTAGIO - La febbre dengue è una febbre tropicale in crescita costante, causata, come dicevamo, da quattro tipi diversi di virus, che vengono veicolati da zanzare del genere Aedes.
L’infezione colpisce circa 100 milioni di persone nel mondo ogni anno e la sua incidenza appare in crescita, anche perché i vaccini realizzati finora non si erano dimostrati particolarmente efficaci.

 

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 15 novembre 2014
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: dengue, vaccinazione



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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