ARTRITE REUMATOIDE
Farmaci biologici, ad alte dosi fanno crescere il rischio infezioni

I cosiddetti farmaci biologici utilizzati nella terapia dell’artrite reumatoide possono in alcuni casi essere associati a un rischio di contrarre gravi infezioni maggiore rispetto a quello corso da chi assume i più tradizionali DMARDs (Disease-Modifying Antirheumatic Drugs). A svelarlo è un’analisi pubblicata sulla rivista Lancet da un gruppo di reumatologi del Birmingham Veterans Affairs Medical Center di Birmingham, in Alabama (USA), che studiando i dati presenti nella letteratura medico-scientifica sono giunti alla conclusione che solo se utilizzati a bassi dosaggi i farmaci biologici non espongono a maggiori pericoli rispetto ai DMARDs.
Le infezioni gravi rappresentano uno dei principali rischi delle terapie contro l’artrite reumatoide (che, per altri aspetti, hanno però consentito, negli ultimi anni, di migliorare in modo significativo la prognosi e le condizioni di vita dei pazienti). La motivazione risiede nel fatto che i farmaci attenuano le risposte immunitarie di chi li assume. Diversi studi sembravano suggerire che il pericolo corso dai pazienti fosse più elevato in caso di assunzione di farmaci biologici; proprio per chiarire questo punto gli autori dell’analisi pubblicata su Lancet hanno analizzato ben 106 studi clinici, giungendo alla conclusione che l’assunzione dei farmaci biologici a dosi standard o elevate comporta davvero un rischio maggiore di infezioni rispetto ai DMARDs.
Scendendo nei dettagli dell’analisi, l’aumento di infezioni gravi è stato quantificato in 6 ogni mille pazienti per i farmaci biologici assunti in dosi standard e in 55 ogni mille pazienti se la terapia prevedeva una combinazione di più farmaci biologici. Inoltre il rischio è risultato inferiore nelle persone che non erano mai state sottoposte a un trattamento con farmaci immunosoppressori (DMARDs o biologici).
Sulla base di questi risultati gli autori consigliano ai medici di valutare con attenzione le dosi e le combinazioni di farmaci in base alla situazione di ogni paziente, e di discutere con lui anche i possibili rischi dei percorsi terapeutici proposti.’
A.B.
Data ultimo aggiornamento 28 luglio 2015
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