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Una "firma genetica" collega
la dermatite atopica all’asma

Esiste una sorta di firma genetica per alcuni tipi di allergie, che hanno un andamento tipico, e cioè si manifestano nella prima infanzia come dermatiti atopiche, poi evolvono verso allergie alimentari, per approdare infine alle pollinosi e all’asma. L’hanno identificata i ricercatori del Max Delbrück Center for Molecular Medicine della Helmholtz Association (MDC) di Berlino, in Germania, che hanno analizzato 12 studi sull’argomento. Questi studi, in particolare, avevano coinvolto quasi 2.500 persone allergiche e oltre 17.000 persone sane, tutte esaminate dal punto di vista anche genetico. Come gli studiosi tedeschi hanno scritto sulla rivista Nature Communications, esistono sette geni associati al rischio di sviluppare questo tipo di allergie e alla connessione tra dermatite atopica e asma, due dei quali finora sconosciuti.

Capire anche l’aspetto genetico di queste reazioni potrà aiutare, in futuro, a identificare molto precocemente le persone a rischio e a predisporre adeguate strategie preventive, nonché terapie mirate.

A.C.
Data ultimo aggiornamento 27 novembre 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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