Provate a immaginare il nostro organismo come se fosse una nazione
(enormemente affollata, con circa centomila miliardi di cellule, ossia di cittadini):
una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco,
caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.
Una nazione complessa, solcata da una gran quantità di fiumi e di canali, ipertecnologica, ma con sistemi (avanzatissimi) ancora in parte da decifrare. Seguite le nostre storie illustrate, e vi racconteremo come si vive in questo strano luogo, crudele e quasi perfetto.
Tutto vero, eppure tutto così inaspettato.
Ideazione e testi di Paolo Rossi Castelli | disegni di Marino Neri | consulenza scientifica di Annamaria Castellazzi | sviluppo di MaskeDesign
Sono rapidi e temibili. Gli agenti del Reparto Mangia-Nemici
seguono regole che possono apparire anche crudeli, in un luogo,
come il nostro organismo, dove le leggi esistono immutate
da migliaia di anni, senza che nessuno possa ridiscuterle
Si muovono lungo i vasi sanguigni, silenziosi, rapidi, temibili. Incontrarli fa paura, se non si hanno le carte in regola. Gli agenti del Reparto Mangia-Nemici sono addestrati per portare aiuto, in qualunque momento del giorno e della notte, ai colleghi di altri reparti delle Forze di sicurezza, che sono alla perenne ricerca degli intrusi nascosti: un’operazione molto difficile, in un organismo sovrappopolato da centomila miliardi di cellule. Ma oltre ai nemici, che cercano di entrare attraverso le lunghe frontiere e provano a nascondersi, ci sono anche miliardi di clandestini, che vengono tollerati, se offono servizi utili all’organismo (però richiedono, in ogni caso, una sorveglianza stretta). E gli agenti devono fronteggiare, naturalmente, anche i clan dei ribelli, cioè delle cellule tumorali, che a volte tentano di creare una loro nazione nella nazione. Insomma, è estremamente difficile mantenere l’ordine nel nostro organismo, e il Sistema Difensivo Nazionale deve impiegare risorse ingentissime per fare in modo che tutto proceda in modo regolare, e che i nemici/clandestini/ribelli non prendano il sopravvento.
Ma che tipo di nazione è il nostro organismo? Non una democrazia, certamente, ma nemmeno una dittatura. È uno Stato in cui le leggi sono state decise migliaia di anni fa, e restano ancora valide. Tutti le conoscono, e tutti le applicano, senza fiatare (anche se è vero che, di tanto in tanto, si verificano ammutinamenti e nascono quelle bande di ribelli - le cellule tumorali, appunto - a volte estremamente pericolose. Oppure è vero che in certi casi i militari stessi sbagliano, creando danni potenzialmente anche molto gravi). Comunque sia, di norma ogni cellula dell’organismo nasce sapendo esattamente cosa deve fare e non discute gli ordini che subito riceve, anche se alcune di queste “istruzioni” possono apparire ingiuste: per esempio, i soldati dei reparti di prima linea, che si battono corpo a corpo contro i nemici più aggressivi, devono spesso suicidarsi, dopo avere compiuto la loro missione (anche con successo), perché questo prevedono le antichissime leggi. E nessuno protesta.
Spesso gli agenti devono suicidarsi, anche se hanno lavorato coraggiosamente.
È la regola
Il nostro organismo è una nazione ad alta tecnologia, anche se certe scelte a volte appaiono indecifrabili. Le comunicazioni, per esempio, avvengono attraverso una sofisticatissima rete di sottili cavi elettrici, che raggiungono i punti più remoti, ma anche tramite valigette (gli ormoni, le molecole di allarme, e altre) che vengono liberate nei vasi sanguigni (molto fitti), presenti in ogni regione. Grazie a un sistema che il nostro cervello non saprebbe progettare, ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”. Ovviamente è possibile che qualche errore si verifichi, considerando che in ogni istante della giornata sono miliardi le valigette in viaggio nel sangue. Ma questo sistema di spedizione, in genere, funziona molto bene, e fa impallidire quelli che siamo abituati a conoscere fuori da noi. È possibile che qualche errore si verifichi. Ma il sistema, di norma, funziona molto bene
Ecco due valigette indirizzate al Reparto Mangia-Nemici: in particolare, agli agenti delle pattuglie MonoCellula. Le valigette sono state liberate nel sangue dai militari che si trovano alle prese con un commando di nemici non identificati, in una zona vicina.
L’organismo è formato da una lunga serie di “edifici” senza finestre e senza numeri civici, lungo i vasi sanguigni, ma per gli agenti del Reparto Mangia-Nemici non è un problema capire dove sono i colleghi che hanno chiesto aiuto: le istruzioni inserite nelle valigette contengono, infatti, una specie di traccia chimica, che rende facile individuare il punto giusto. Le forze di sicurezza hanno l’ordine di uccidere subito gli aggressori, o i disertori, senza inchieste o processi (nel nostro organismo non esistono Procure e Tribunali), perché questo prevedono le antichissime leggi della nazione, e tutto deve avvenire nel più breve tempo possibile.
Gli agenti scivolano veloci fino al punto da cui sono partiti i segnali d’allarme: tutt’intorno, il solito viavai di cellule, agenti e valigette, in un flusso che potrebbe apparire caotico solo a chi non conosce bene i ritmi del nostro organismo. Per raggiungere i colleghi impegnati nella lotta contro i nemici, gli agenti MonoCellula utilizzano una serie di sostanze che ammorbidiscono, letteralmente, la parete dei vasi sanguigni. Così diventa facile aprire una breccia, che verrà poi rapidamente riparata dal Settore Manutenzione. Ora gli agenti sono dentro il luogo infettato... Corridoi, scale, canali interni: tutto è tortuoso (un labirinto in cui è possibile nascondersi, per un clandestino). Ma gli agenti sono numerosi, e aggressivi. Non sanno esattamente chi siano i nemici e cos’abbiano fatto di pericoloso, ma questo non è il loro compito. La missione che devono eseguire è semplice, per certi aspetti: uccidere all’istante gli individui che non sono in grado di mostrare un passaporto rilasciato dalle autorità del nostro organismo. L’incontro sta per avvenire: sono a brevissima distanza, e fanno paura. Entrare nei palazzi è facile, anche se non esistono i portoni e i numeri civici
Per potenziare la loro forza, gli agenti attivano la Funzione M (un altro prodigio tecnologico, progettato migliaia di anni fa e mantenuto fino a oggi): il loro corpo si trasforma, in pochi attimi, perdendo le forme arrotondate e creando una serie di prolungamenti, utilissimi per avvolgere i nemici e ucciderli. Come in una favola nera, i poliziotti MonoCellula cambiano profondamente aspetto, davanti agli avversari allibiti, e diventano agenti GrandeBocca. Si avvicinano ai nemici, leggono rapidamente con un’apposita attrezzatura i codici dei loro passaporti e decidono all’istante se ucciderli, o meno. Ma intanto lanciano anche nel fiume nuove valigette per far accorrere ulteriori rinforzi: in particolare, le Truppe Speciali, che - a differenza dei GrandeBocca - sanno distinguere i nemici e li conoscono per nome. Intanto lanciano nel fiume nuove valigette, per far accorrere le truppe speciali
Gli agenti GrandeBocca non perdono tempo e mangiano, nel vero senso della parola, i nemici che presentano un passaporto irregolare. La bocca si dilata a dismisura e il malcapitato viene inghiottito e poi avvolto, ancora vivo, in una speciale capsula, all’interno del corpo dell’agente: è quella che le forze dell’ordine chiamano la “camera della morte”. Poi, nella capsula entrano liquidi corrosivi e digestivi. In pochi secondi il nemico viene sciolto (senza che l’agente GrandeBocca subisca danni), e digerito dall’agente stesso. I militari vincono quasi sempre. Se così non fosse, guai anche molto gravi potrebbero mettere in pericolo l’organismo.
Dopo avere mangiato un nemico, gli agenti GrandeBocca espongono il numero del suo passaporto sulla tuta (insieme ai propri codici di poliziotti, a scanso di equivoci, per evitare confusioni e non essere considerati, loro stessi, come nemici...). Perché lo fanno? Per attirare l’attenzione delle Truppe Speciali su quel particolare nemico e sulle sue coordinate di riconoscimento, e rendere più efficienti le difese, anche in futuro. Tutto è previsto, nei limiti del possibile, per mantenere l’ordine nella nazione-organismo.... Dopo avere ucciso il nemico, gli agenti espongono i numeri del suo passaporto
Backstage
La storia che avete appena letto è il racconto di quello che avviene realmente dentro di noi. I protagonisti di questa prima puntata sono i monociti [gli agenti MonoCellula del Reparto Mangia-Nemici], guardiani fondamentali, anche se un po’ rozzi, del nostro organismo, che girano continuamente nei vasi sanguigni, alla ricerca di possibili nemici. O, meglio, alla ricerca di segnali mandati da altri poliziotti/guardiani che si trovano all’interno degli organi e dei relativi tessuti, e sono alle prese con nemici più o meno pericolosi (virus, batteri e altro). NB: sono ben pochi i nemici che si azzardano a uscire allo scoperto e a nuotare per lungo tempo nel sangue.
Quando i monociti, durante i loro giri di perlustrazione, si imbattono nei segnali di allarme [chemochine: le valigette] immessi nei fiumi dai colleghi, si dirigono subito verso la zona dell’organismo da cui provengono le richieste di aiuto e, per entrare, usano una tecnica particolare che permette loro di crearsi un varco nelle pareti dei capillari (questo, però, a volte fa uscire/entrare un po’ di liquidi, che formano un edema, un rigonfiamento]. Quando arrivano nel punto in cui sono presenti i nemici, i monociti si trasformano (anche fisicamente, con una manovra prevista dalla natura, ma quasi magica) in un altro tipo di soldati, più aggressivi: i macrofagi [che noi abbiamo chiamato GrandeBocca], e cercano di mangiare, letteralmente, il nemico, o anche lae sostanze estranee: per esempio, il catrame delle sigarette.
Ma non basta: i macrofagi lanciano, a loro volta, segnali di allarme, per attirare l’attenzione degli agenti di polizia più specializzati: i linfociti. Quali sono questi segnali d’allarme? Sono proteine contenute all’interno dei nemici [batteri] che i macrofagi mangiano e “digeriscono”. Queste proteine vengono esibite sulla tuta [la parete esterna] dei macrofagi stessi, e diventano così un segnale d’allarme per i linfociti B e T, che sono in grado di notarle. I macrofagi aggiungono sulla loro tuta anche una particolare serie di molecole, che valgono come “tessera di riconoscimento” (la tessera della Polizia...) e vengono chiamate MHC (Major Histocompatibility Complex) . In pratica, sono quelle che determinano i gruppi sanguigni. Se i linfociti non trovano l’MHC giusto, distruggono il macrofago, anche se fa parte dell’Esercito e non è un nemico (però ha una proteina nemica sulla schiena…).
Crediti puntata
Ideazione e testi di Paolo Rossi Castelli | disegni di Marino Neri | consulenza scientifica di Annamaria Castellazzi | sviluppo di MaskeDesign