Come si muove il sistema immunitario che vigila in ogni momento, giorno e notte, contro i nemici del nostro corpo (virus, batteri, protozoi, funghi e altri ancora)? È un apparato molto potente e complesso, che nella stragrande maggioranza dei casi riesce a vincere, ma alcune volte sfugge al controllo. Proviamo a raccontarlo, e a immergerci in questo mondo pieno di sorprese.
Scopri il progetto
Cercate di immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione, enormemente affollata da miliardi di cittadini (cioè di cellule), con lunghissimi confini che pattuglie agguerrite di nemici cercano continuamente di valicare, ma anche con possibili rivolte interne, da parte di gruppi che non vogliono più rispettare le regole (i tumori).
Una nazione che non è una democrazia, ma nemmeno una dittatura: semplicemente, un luogo in cui le regole sono già state fissate migliaia di anni fa, e ognuno è obbligato a rispettarle, senza poterle discutere. Una nazione in cui i cittadini devono mostrare di continuo i documenti di identità ai reparti di polizia e dell’esercito, che sono presenti ovunque, con le loro caserme e i posti di blocco. Benvenuti a Human Body, il nostro corpo: un luogo affascinante ma in continuo stato d’allarme, dove non è facilissimo vivere.
Scopri l’Esercito
I numerosi reparti dei sistemi di sicurezza (insomma, del sistema immunitario) agiscono in modo concentrico, per non lasciare scampo ai nemici. I primi a intervenire sono gli agenti meno specializzati, ma più rapidi, che riescono a distinguere gli estranei "cattivi" dai cittadini e li uccidono all’istante, senza nemmeno sapere chi siano (e senza processi). Se è necessario, questi reparti chiamano in aiuto anche le truppe speciali e i servizi segreti, che sanno individuare alla perfezione e distruggere ogni singolo nemico, ma impiegano più tempo. Leggi di più
Scopri i personaggi
Sono almeno sei i personaggi-chiave dell’esercito (il sistema immunitario) che protegge l’organismo-nazione dai nemici.
Ordine e pulizia: questo il motto dei monociti, che ricoprono il doppio ruolo di guardiani e spazzini. Dopo aver viaggiato per alcune ore nel sangue, si addentrano nei tessuti dove indossano la divisa di macrofagi e restano di pattuglia per mesi. La loro specialità è fagocitare, cioè divorare e distruggere: lo fanno quando devono ripulire i tessuti dai resti di cellule morte o danneggiate, ma pure quando si trovano davanti a un batterio. Continua...
Alcuni macrofagi, dopo aver inglobato e ucciso il nemico, lo fanno a brandelli: questi pezzi vengono poi esposti sulla membrana esterna e presentati ai linfociti, per informarli dell’accaduto e chiedere rinforzi.
Nate per uccidere: sono le cellule Natural Killer, veri e propri cecchini già pronti a entrare in azione fin dal momento in cui si originano dal midollo osseo. Non hanno memoria, ma una mira eccezionale che non richiede di essere affinata con un addestramento particolare. Grazie al loro fiuto, sanno riconoscere all’istante le cellule ribelli (tumorali) e quelle prese in ostaggio dai virus: le aggrediscono lanciando enzimi e altre sostanze che ne danneggiano le membrane esterne e ne provocano la morte. Continua...
Oltre a stanare i virus riescono pure ad ammanettarli, grazie all’interferone gamma che ne blocca la replicazione. Cruciali nella fase difensiva iniziale, le cellule natural killer producono anche messaggi che servono a regolare alcune funzioni dei linfociti e dei macrofagi.
Sono sentinelle della prima linea del sistema immunitario, sempre di pattuglia lungo i fiumi e i canali del circolo sanguigno. Il nome deriva da particolari granuli presenti al loro interno, che - quando vengono esaminati al microscopio - rispondono in modo diverso ai coloranti (in particolare, a quelli neutri, basici e acidi). Vengono così distinti dagli studiosi, a seconda delle loro affinità, in neutrofili, basofili e eosinofili. Continua...
Quelli più comuni sono i neutrofili, gli agenti dei servizi di sicurezza che intervengono per primi quando un nemico cerca di entrare nel nostro organismo. Sulla loro membrana hanno dei sensori che ne avvertono la presenza, indicando la strada per giungere sul luogo dell’infezione. Quando si trovano davanti l’intruso (in genere un batterio) non perdono un istante per verificarne l’identità e passano subito all’azione. Per bloccarlo possono lanciare le loro "reti", oppure divorarlo o scaricargli addosso i granuli pieni di sostanze tossiche: queste finiscono per uccidere anche lo stesso agente, che si immola come un vero kamikaze. I granulociti neutrofili degenerati, insieme al materiale che hanno fagocitato, formano il cosiddetto pus.
Sono gli agenti segreti del sistema immunitario, sempre pronti a carpire informazioni preziose da riferire ai reparti speciali dei linfociti. Nascono nel midollo osseo, ma poi si muovono in incognito in tutti i tessuti, soprattutto quelli più a rischio come la cute e le mucose. Sono dotati di lunghe braccia ramificate, chiamate dendriti, e appena riconoscono un intruso lo catturano e lo divorano. Continua... Dopo averlo fatto letteralmente a pezzi, corrono nelle caserme di milza e linfonodi per allertare i linfociti informandoli dell’accaduto.
Sono gli addetti alle munizioni del sistema immunitario. Nascono e cominciano a studiare nel midollo osseo, dove imparano a riconoscere il nemico. Per completare la loro specializzazione passano poi nella milza e nei linfonodi. Al primo faccia a faccia col nemico si attivano e indossano la divisa da plasmacellule, aiutati nella vestizione dai linfociti T helper. Una volta pronti, si mettono subito all’opera per fabbricare micidiali munizioni, gli anticorpi, che realizzano ad hoc nell’arco di alcuni giorni in base al nemico da colpire. Continua... Intanto alcuni linfociti B si trasformano in cellule di memoria e registrano l’accaduto, preparando una sorta di manuale che aiuterà i compagni a reagire più prontamente quando si ripresenterà la minaccia: grazie all’esperienza pregressa, in quell’occasione sapranno moltiplicarsi e trasformarsi in plasmacellule per produrre rapidamente anticorpi, garantendo una risposta immunitaria più veloce ed efficace.
Sono agenti speciali appartenenti ai reparti d’elité. Nascono nel midollo osseo e studiano all’accademia del timo, una ghiandola del torace posta vicino allo sterno. Qui ciascuno di loro si specializza per riconoscere un nemico specifico, grazie a una sorta di scanner molecolare che serve a verificare il documento d’identità dell’intruso. Tutti i linfociti T vengono sottoposti a durissime prove di selezione: in media viene promosso solo un linfocita su dieci, che una volta diplomato viene messo di pattuglia nel circolo sanguigno. Continua...
Se durante i suoi controlli di routine scova un microbo malfattore, il linfocita T si attiva e si moltiplica, formando una squadra speciale: alcuni membri si occupano di documentare e registrare in memoria l’avvenuto incontro ravvicinato; gli altri si preparano invece a entrare in azione, come linfociti T helper (di supporto ai linfociti B) oppure come linfociti T citotossici (contro cellule infette e tumorali).
Scopri le storie
Poliziotti che cambiano letteralmente faccia e diventano mostruosi, quando devono entrare in azione. Agenti che perforano il corpo del nemico e gli iniettano sostanze tossiche, per scioglierlo. Altri soldati che si trasformano in macchine lancia-proiettili. Tutto questo succede nel nostro corpo...
Il cancro usa molti trucchi per sfuggire ai controlli, ma i linfociti Natural Killer riescono quasi sempre a riconoscerlo
Non è facile bloccare i virus. Anche in questo caso i linfociti NK, insieme ai linfociti B e T, diventano determinanti
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Il sistema immunitario è, insieme a quello nervoso, il mondo più indecifrabile e complesso del nostro organismo. Ma anche i testi scientifici che provano a descriverlo sono, quasi sempre, altrettanto oscuri... Noi abbiamo cercato di utilizzare una chiave diversa, pur mantenendo una base scientifica solida
Giornalista scientifico con l’attenzione rivolta soprattutto al mondo della medicina, ha lavorato per la Rizzoli-Corriere della Sera e per Mediaset. A Lugano ha creato la PRC-Comunicare la Scienza, un’agenzia specializzata nella divulgazione scientifica
Illustratore e insegnante di disegno, ha pubblicato quattro graphic novel e ha esposto le sue opere in diverse gallerie europee. Nel 2012 ha vinto il premio “Nuove Strade” di Napoli Comicon e Centro Fumetto Andrea Pazienza come miglior talento emergente
Ha lavorato fino al 2018 come professore aggregato di patologia clinica e immunologia presso la Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Pavia. Ha anche diretto il Centro interuniversitario di immunità e nutrizione (Università di Pavia e di Bologna)
MaskeDesign è un “atelier" del web, un laboratorio creativo, con sede a Milano, ma con uno sguardo internazionale. Partendo da una solida esperienza classica, esplora i nuovi mezzi espressivi e i nuovi linguaggi della comunicazione digitale