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Arriva il cerotto per indurre la tolleranza
alle noccioline nei bambini allergici

L’allergia alle noccioline colpisce un bambino su 50, è in grande aumento negli ultimi anni, e nel 70-80% dei casi dura tutta la vita, esponendo chi ne soffre a gravi rischi. Per scantenare una crisi, che facilmente può arrivare fino allo shock anafilattico, bastano infatti quantità minime di noccioline, come quelle presenti nei macchinari industriali dove restano tracce di noccioline anche in lavorazioni successive a quelle in cui sono state utilizzate. Tracce che si trasferiscono ad altri alimenti, che possono indurre una reazione allergica del tutto inaspettata.

Per i bambini, che sono i più esposti al pericolo di shock anafilattico, data l’enorme diffusione delle noccioline e dei derivati in decine di prodotti, non esiste alcuna terapia preventiva prima di 4 anni, età dopo la quale si può iniziare ad assumere, solo fino ai 17 anni, una polvere chiamata Palforzia, che contiene piccole quantità di noccioline da mischiare al cibo, in modo da indurre una certa tolleranza e desensibilizzare l’allergico.

Per i più piccoli, finora, non esisteva nulla, ma i risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine da un gruppo di allergologi e pediatri del Lurie Children’s Hospital of Chicago autorizzano a sperare che la situazione cambi presto. I ricercatori hanno infatti applicato a circa 200 bambini di età compresa tra 1 e 3 anni, fortemente allergici, per un anno, cambiandolo ogni giorno, un cerotto con dosi molto basse, pari a un millesimo di nocciolina, di allergeni, oppure di placebo. Quindi sono andati a verificare la tolleranza, trovando che il 67% dei bambini immunizzati riusciva ora a sopportare dosi equivalenti a 3-4 noccioline, cioè un quantitativo compreso tra 300 e 1.000 mg di allergene, sufficiente a evitare incidenti, anche se non a eliminare l’allergia.

Va detto che si tratta di una terapia da ottimizzare: tutti i bambini hanno avuto anche eventi avversi, che nell’8% dei bambini trattati e nel 2% di quelli del gruppo di controllo sono stati gravi, con crisi anafilattiche registrate nel 7 e nel 2%, rispettivamente. Tutto ciò era atteso, proprio perché alcuni bambini sono particolarmente sensibili e non possono -evidentemente - assumere gli allergeni delle noccioline in nessuna quantità e nepoure per via transdermica. Ma tutti gli altri potrebbero trarre grandi benefici dall’induzione della tolleranza, se questi dati trovassero ulteriori conferme.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 9 giugno 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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