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Il morbillo rialza la testa dopo il freno
alle vaccinazioni causato dalla crisi-Covid

Dopo il Covid, il morbillo. È allarme per la diffusione del morbillo la cui vaccinazione, a causa della pandemia, ha subito interruzioni e rallentamenti in tutto il mondo. E ora si iniziano a vedere le prime, preoccupanti conseguenze: in India, per esempio, a Mumbai, a fine ottobre sono morti 12 bambini, tra oltre 230 contagiati: un tasso triplo rispetto a quello dell’ultimo anno, che aveva visto meno di 100 contagi in 12 mesi, e due decessi.
Secondo l’Unicef, nel 2020 circa 23 milioni di bambini nel mondo hanno perso le vaccinazioni di base, e lo stesso è accaduto ad altri 40 milioni nel 2021 (contro i 3,7 milioni del 2019): nella stessa Mumbai sarebbero non meno di 20.000. Ma quello del morbillo è uno dei virus più contagiosi tra tutti quelli che infettano l’uomo, e se una persona non vaccinata è esposta a esso, in nove casi su dieci si ammala.
La malattia può essere pericolosa, soprattutto nei bambini con meno di cinque anni, perché oltre ai sintomi simil-influenzali e alle tipiche eruzioni cutanee, può provocare polmoniti e infiammazioni cerebrali che, nei casi più gravi, possono rivelarsi anche mortali. Per fortuna il vaccino, che viene generalmente somministrato insieme a quello della rosolia e a quello della parotite con la formulazione trivalente introdotta nel 1971, protegge al 99% dalla malattia e ha fatto crollare, nel tempo, l’incidenza dei casi gravi. Ma con il Covid le campagne vaccinali hanno subito gravi battute d’arresto e aumentato il numero dei non vaccinati, già in crescita in tutto il mondo a causa delle scelte di genitori no vax. Per tale motivo tutte le autorità sanitarie mondiali, tra le quali i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono in allarme, e sollecitano gli stati a intervenire quanto prima per recuperare il terreno perduto: se non lo si farà, nei prossimi 12-18 mesi ci potrebbe essere una nuova crisi, anche perché, data la grandissima contagiosità di questo virus, la protezione è efficace solo se il 95% della popolazione è immunizzato. Come ha ricordato l’OMS, nel 2022 ci sono stati molti più focolai rispetto agli anni precedenti, soprattutto in alcune zone quali quelle sub-sahariane: i segnali premonitori di una nuova crisi ci sono tutti.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 1 dicembre 2022
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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