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Sorpresa: anche il cervello ha i vasi linfatici

Una scoperta definita sensazionale da vari commentatori potrebbe presto rivoluzionare l’idea stessa di sistema immunitario e migliorare notevolmente l’approccio terapeutico ad alcuni tipi di malattie autoimmuni e neurodegenerative del cervello. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori della University of Virginia School of Medicine di Charlottesville (Stati Uniti), che hanno descritto sulla rivista Nature il metodo con il quale sono riusciti a identificare una serie di strutture fisiologiche che finora si pensava non esistessero: i vasi linfatici del cervello.

Per secoli si è ritenuto che questi vasi non fossero presenti dentro il cranio, perché nessuno era mai stato in grado di vederli. Ma isolando le meningi (le sottili membrane che avvolgono il cervello) e rimontandone uno strato tra due lamine di ossa, gli autori hanno visualizzato appunto dei nuovi vasi, per di più ricchi di cellule immunitarie. Controllando, poi, con opportuni marcatori, hanno confermato che si trattava proprio di vasi linfatici (quella rete parallela al sistema circolatorio che raccoglie la linfa, cioè i liquidi che trasudano dai tessuti, e ospita i noduli linfatici, "stazioni di polizia" fondamentali per la difesa dell’organismo). In vivo, i ricercatori hanno dimostrato quindi che essi scorrono molto vicini ai vasi sanguigni, soprattutto nelle zone meno visibili del cervello, e questo spiegherebbe perché, per quanto incredibile possa sembrare, non li si era mai visti prima.

Ora, come hanno fatto notare i ricercatori, si dovranno riscrivere i libri di anatomia e fisiologia ma, soprattutto, si potranno interpretare in modo del tutto nuovo molte malattie, tra le quali la sclerosi multipla e l’Alzheimer, alla luce di questa via di comunicazione diretta tra cervello e sistema immunitario. I vasi linfatici cerebrali, scrivono infatti gli studiosi su Nature, «sono in grado di trasportare le cellule del sistema immunitario direttamente nel cervello, partendo dal liquido cefalo-rachidiano (che avvolge il cervello stesso e il midollo spinale, n.d.r.), e sono connessi con i linfonodi presenti nelle profondità del tessuto cerebrale. La scoperta di un sistema linfatico all’interno dell’apparato nervoso potrà portare a una revisione delle teorie neuro-immunologiche e gettare nuova luce sulle cause delle malattie neurodegerative e infiammatorie del cervello, associate al cattivo funzionamento del sistema immunitario».

Data ultimo aggiornamento 2 giugno 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: malattia di Alzheimer, sclerosi multipla



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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