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Un microbiota alterato potrebbe favorire
l’innesco di malattie infiammatorie

Le malattie infiammatorie intestinali, che vanno dal colon irritabile al morbo di Chron e alla colite ulcerosa, sono caratterizzate da anomalie nelle popolazioni batteriche che compongono il microbiota intestinale, come conferma uno studio appena pubblicato su Microbiology Spectrum, e da specie batteriche ancora in gran misteriose, due delle quali sono state appena descritte per la prima volta in una serie di tre studi.

La disbiosi, cioè l’alterazione delle specie presenti e, nello specifico, la perdita di biodiversità, è emersa in uno studio pubblicato su Microbiology Spectrum  nel quale sono state analizzate le informazioni relative alla composizione del microbiota di oltre 570 pazienti e oltre 480 controlli sani. Chi soffriva di colite aveva una minore varietà di specie e quantitativi medi diversi rispetto ai controlli di 21 tipi di batteri. A questa composizione, di per sé piuttosto specifica, e che suggerisce la possibilità di intervenire riequilibrando le diverse specie, si aggiunge poi il tassello ancora misterioso descritto in una serie dei tre studi, e cioè la scoperta di due specie batteriche del tutto nuove. L’analisi genetica ha infatti portato a identificare, in due persone con colon irritabile, due tipi di un nuovo genere (Allobaculum) di batterio, chiamati Allobaculum mucilyticum e Allobaculum fili, che presentano alcune caratteristiche comuni ad altri batteri noti per infettare animali come i maiali, i tacchini e, solo raramente, gli esseri umani. In base ai test in vitro, gli Allobaculum hanno alcune caratteristiche che spiegano perché potrebbero essere associati al colon irritabile: quando proliferano, rilasciano una grande quantità di enzimi che degradano le pareti dell’intestino. Questo provoca la fuoriuscita di molecole che attivano la reazione immunitaria, da cui poi nasce l’infiammazione. Inoltre degradano anche gli zuccheri, e se ne servono per proliferare ulteriormente. Infine, somministrati ai modelli animali, provocano la malattia. Ci sono quindi tutti i presupposti per pensare che siano batteri importanti, almeno per il colon irritabile. Gli studi vanno avanti, ma ciò che sembra essere sempre più chiaro è che la composizione del microbiota giochi un ruolo cruciale nell’infiammazione dell’intestino. Edc è una buona notizia, perché è sempre più chiaro che intervenire con opportune terapie a base di probiotici e prebiotici potrebbe essere di grande aiuto.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 marzo 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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