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Quando l’acne resta dopo l’adolescenza
lo spironolattone è meglio degli antibiotici

Contro l’acne che resiste ai farmaci, che continua oltre l’adolescenza e che per questo, di solito viene affrontata con terapie antibiotiche (che non garantiscono il successo), c’è un farmaco nuovo, anzi molto vecchio: lo spironolattone, almeno per le donne. Utilizzato da decenni come diuretico e antipertensivo, è impiegato anche da anni contro l’acne, con un uso cosiddetto off label, da alcuni dermatologi, che hanno notato da tempo un effetto positivo riconducibile al fatto che la molecola ha anche un’azione andriandrogenica. Poiché nelle donne l’acne è sostenuta anche dagli androgeni, non stupisce la terapia possa risultare efficace.

Tuttavia, nonostante questo effetto collaterale sia noto da tempo, finora non c’erano stati studi controllati che lo confermassero. Per tale motivo, quello appena pubblicato sul British Medical Journal dai dermatologi dell’Universotà di Southampton, in Gran Bretagna, è stato salutato con entusiasmo: fornendo finalmente numeri solidi, potrebbe cambiare la pratica clinica, contribuendo anche a contenere l’impiego di antibiotici.

Nello studio, circa 176 donne con una grave acne, dell’età media di 29 anni, sono state sottoposte a un trattamento con 50 milligrammi di spironolattone per 12 settimane, dose incrementata poi fino a 100 mg per altre 12 settimane; parallelamente, 126 donne in condizioni simili sono state trattate con un placebo. Per quanto riguarda la qualità di vita, i primi miglioramenti si sono visti già dopo 12 settimane, tra le donne trattate con il farmaco (e non tra le altre), e dopo 24 erano molto evidenti. Per ciò che concerne l’acne, la differenza di efficacia è emersa già dopo i primi tre mesi, per poi rimanere costante fino ai sei. Come ben noto (il farmaco è utilizzato da milioni di persone), gli effetti collaterali sono stati di scarsissima importanza, e oltretutto lo spironolattone non è più coperto da brevetto, e quindi è molto economico.

Le donne che soffrono di acne in età adulta ora hanno un’alternativa agli antibiotici.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 maggio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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