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Dormire a sufficienza e bene è necessario
per rigenerare le difese immunitarie

Dormire il giusto numero di ore e con un sonno di buona qualità ha una grande importanza per il sistema immunitario: l’hanno dimostrato i ricercatori della Icahn School of Medicine dell’Ospedale Mount Sinai di New York in un articolo pubblicato sul Journal of Experimental Medicine. Nell’ambito dello studio, 14 volontari sono stati impegnati in una serie di test durati sei settimane, che prevedevano, per metà dei partecipanti, un sonno regolare di 7,5 ore, e per l’altra metà uno più breve, di sei ore, e più frammentato. Nel frattempo, durante la quinta e sesta settimana sono stati loro prelevati campioni di sangue al mattino e al pomeriggio, per studiare l’andamento dei diversi elementi del sistema immunitario.
È così emersa una netta differenza nel numero di monociti (cellule importanti dell’apparato difensivo) circolanti, e anche in quelle di cellule staminali, che sono risultate aumentate, sia pure temporaneamente, in chi aveva dormito di meno e peggio. Ma un’elevata concentrazione di cellule immunitarie nel sangue, tipica dell’invecchiamento, è associata a un maggior rischio cardiovascolare. Per questo (e per prevenire tumori e altre malattie, come dimostrato in altri studi) sarebbe opportuno dormire 7-8 ore per notte quando si è adulti, 7-9 ore quando si è anziani, e 8-10 ore quando si è bambini. Il sistema immunitario, infatti, è “programmato” per rigenerarsi ogni giorno, avvalendosi delle ore di riposo, e costringerlo a un’attività forzata è una forzatura non a costo zero per la salute.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 16 gennaio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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