Notice: Undefined index: privacy in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/top/privacy_advisor.php on line 1

Questo sito utilizza cookies tecnici (Google Analytics) per l'analisi del traffico, senza scopi commerciali; proseguendo la navigazione ci si dichiara implicitamente d'accordo all'uso dei medesimi Ok, accetto

La terapia ormonale sostitutiva (forse)
protegge il cervello delle donne più a rischio

Da tempo si sa che le donne sono più a rischio degli uomini di sviluppare la demenza di Alzheimer, e che gli ormoni femminili hanno un ruolo cruciale nelle perormance cognitive. Ora, però, uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Alzheimer Research & Therapy lascia intravvedere una possibilità terapeutica nuova, per ridurre il rischio di andare incontro alla neurodegenerazione, soprattutto per le donne più a rischio perché portatrici di una mutazione su un gene chiamato APOE4: la terapia ormonale sostitutiva o HRT, a base di estrogeni e progestinici, consigliata quando i disturbi della menopausa sono così gravi da compromettere pesantemente la qualità di vita, o in alcune situazioni specifiche.

Lo studio è stato condotto su oltre 1.100 donne di dieci Paesi, tutte con più di 50 anni, in condizioni di salute che andavano da uno stato ottimale fino ai primi segni di demenza, alcune delle quali portatrici della mutazione. I ricercatori hanno riscontrato un’associazione positiva - solo nelle donne con la mutazione APOE4 - tra l’assunzione di ormoni e i segni che di solito precedono la demenza, come le dimensioni di alcune parti del cervello quali l’amigdala e le performance cognitive. Nelle donne senza mutazione, invece, gli ormoni non hanno mostrato la stessa capacità di frenare i primi segni della neurodegenerazione. Inoltre, gli studiosi hanno verificato che prima si inizia la somministrazione di estrogeni e progestinici (per esempio durante la transizione dalla fertilità alla menopausa, nella situazione definita perimenopausa), maggiore è l’effetto protettivo.

Va ricordato che la terapia ormonale sostitutiva, soprattutto nelle prime  formulazioni, molto differenti da quelle attuali, secondo alcuni studi di diversi anni fa (in gran parte in seguito messi pesantemente in discussione) può incrementare la probabilità di sviluppare trombosi, e può far aumentare il rischio di tumore al seno e all’utero nelle donne con familiarità per questo tipo di cancro. Per questo deve essere il medico, di volta in volta, a decidere se utilizzare l’HRT, dopo aver valutato il bilancio tra i possibili rischi e i benefici attesi. E questi ultimi, al momento, non riguardano la prevenzione delle malattie neurodegenerative. 

Per quanto riguarda lo studio, esso non dimostra l’esistenza diretta di un nesso di causa-effetto ma solo una correlazione tra due tipi di eventi. Tuttavia, secondo gli autori, neurologi dell’Università dell’East Anglia di Norwich, in Gran Bretagna, l’associazione emersa tra HRT e prevenzione giustifica la programmazione di studi specifici, nei quali la terapia ormonale sostitutiva sia somministrata come un farmaco alle donne che hanno la mutazione del gene APOE4. Inoltre, sarà importante capire se un tipo di terapia ormonale sia più efficace di un altro nel proteggere il cervello negli anni.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 25 gennaio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA