Notice: Undefined index: privacy in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/top/privacy_advisor.php on line 1

Questo sito utilizza cookies tecnici (Google Analytics) per l'analisi del traffico, senza scopi commerciali; proseguendo la navigazione ci si dichiara implicitamente d'accordo all'uso dei medesimi Ok, accetto

L’obesità rende più difficile la diagnosi
e il trattamento delle malattie cardiache

Il sovrappeso e l’obesità fanno male al cuore. Non solo perché lo costringono, in ogni momento, a un superlavoro che lo danneggia, ma anche perché complicano (talvolta fino a renderli impossibili) i test diagnostici e gli interventi terapeutici, chirurgici e non solo.

E’ drastico il messaggio che arriva dai cardiologi della Mayo Clinic di Rochester, che hanno pubblicato, sul Journal of The American College of Cardiology, una delle riviste più importanti del settore, una revisione di quanto è stato dimostrato negli ultimi anni. E suona anche come una risposta e chi sostiene il cosiddetto paradosso dell’obesità, secondo il quale gli obesi hanno alcuni indici di rischio migliori dei normopeso. Anche se il significato di alcuni parametri non è stato ancora del tutto compreso – spiegano gli autori – ciò non significa affatto che l’obesità possa essere positiva per la salute del cuore, e non solo per quella. Inoltre, rappresenta un richiamo a rivedere le misurazioni, a cominciare dall’indice di massa corporeo, usatissimo, ma relativamente inutile ai fini delle valutazioni del rischio perché, per esempio, non distingue tra le tipologie di grasso.

L’obesità rende difficile eseguire correttamente tutti gli esami cardiologici più comuni come l’elettrocardiogramma, la cardio-TC, le risonanze, i doppler, gli ecocardiogrammi, e spesso ne distorce l’esito. Lo stesso vale per le procedure di cardiologia interventistica come il posizionamento di uno stent attraverso un vaso di una gamba e, a maggior ragione, per quelle di chirurgia maggiore come l’inserimento di un pacemaker o di un bypass, o le rotture dei vasi.

Non va meglio poi con i farmaci, molti dei quali tendono ad accumularsi nel grasso, modificando le caratteristiche farmAlcuni farmaci  come i diffusissimi beta bloccanti, inoltre,  ostacolano la perdita di peso, anche se non se ne tiene conto quasi mai quando si definiasce il programma farmacologico. Infine, depressione e difficoltà di movimento spingono gli obesi a muoversi poco, aumentando ulteriormente i rischi per il cuore e diminuendo la probabilità che possano perdere peso.

Quindi no, non ci sono motivi per restare in una condizione di obesità, ma si deve cercare di fare di tutto per perdere peso, stabilendo un programma completo che preveda anche un supporto psicologici, oltreché dietetico e medico, compreso, quando è il caso, l’approccio chirurgico, se si vuole preservare il cuore.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 2 marzo 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA