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L’eczema potrebbe avere i giorni contati
grazie a una terapia che agisce a monte


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L’eczema, disturbo che si manifesta con arrossamenti ed eruzioni cutanee, e provoca un prurito che può essere così intenso da compromettere la qualità della vita,  e causare la formazione di ferite che rischiano di infettarsi, non è contrastabile da una terapia specifica. Nei casi più gravi si consigliano farmaci immunosoppressori (per tenere a bada l’infiammazione), insieme ad antibiotici per le infezioni cutanee, oppure anticorpi monoclonaliGli anticorpi monoclonali sono anticorpi del tutto simili a quelli che il sistema immunitario produce contro i “nemici” (batteri, virus e altro ancora), ma non sono presenti in modo naturale nel nostro organismo. Vengono creati in laboratorio, grazie a tecniche di ingegneria genetica, e sono mirati contro un preciso bersaglio della malattia, identificato dai ricercatori: per esempio, nel caso del Covid, contro la proteina Spike, utilizzata dal coronavirus per entrare nelle cellule e infettarle. Una volta prodotti, vengono fatti moltiplicare in laboratorio, identici, in un numero grandissimo di copie, o di cloni (per questo vengono chiamati monoclonali), e poi immessi nell’organismo del paziente, in genere tramite infusione (endovena). che neutralizzino i mediatori dell’infiammazione (le citochine) coinvolti. Si tratta, tuttavia, di trattamenti che intervengono a valle, e non agiscono in alcun modo né sulle cause primarie, tuttora oscure, né sui primi fenomeni cellulari da cui tutto ha inizio.

In futuro però la situazione potrebbe cambiare, grazie a un nuovo farmaco sperimentale che, nei modelli animali, ha confermato le attese dei ricercatori che l’hanno messo a punto, chimici e dermatologi della Vanderbildt University di Nashville, in Tennessee. Come illustrato su Scientific Reports, infatti, la molecola, esponente di una famiglia chiamata Nuclear Transport Checkpoint Inhibitor (NTCI), per la prima volta agisce su due proteine fondamentali per l’avvio del processo infiammatorio, chiamate importine (alfa 5 e beta 1) che, appunto, trasportano l’informazione genetica necessaria ad avviare la sintesi di citochine all’interno delle cellule della cute.

Dato agli animali per via topica, il farmaco si è rivelato estremamente efficace – dopo una settimana non c’erano più segni di eczema - e apparentemente privo di effetti collaterali, al punto che la sperimentazione sui primi volontari con eczema è già iniziata.

L’eczema colpisce tra il 10 e il 20% della popolazione pediatrica e il 5% di quella adulta.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 27 gennaio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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