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Mononucleosi e gravi traumi possono
scatenare e aggravare la sclerosi multipla

Tra i fattori che possono favorire l’inizio della sclerosi multipla (SM), e aumentarne la gravità, vi sono l’infezione da virus di Epstein-Barr o EB (l’herpesvirus responsabile della mononucleosi) e gli eventi traumatici o stressanti avvenuti sia nell’età pediatrica che in quella adulta.

Due studi usciti a pochi giorni di distanza confermano infatti il possibile ruolo di alcune infezioni, e quello dei forti stress risalenti anche a decenni prima della diagnosi. 

Nel primo caso, i neurologi del Karolinska Institutet di Stoccolma, in Svezia, hanno analizzato il sangue di 700 persone con SM e altrettante sane, alla ricerca di anticorpi specifici. Negli ultimi anni è stata infatti fortemente suggerita l’esistenza di un legame tra virus di Epstein-Barr e SM, e i ricercatori svedesi volevano vederci più chiaro. Come hanno poi riferito su Science Advances, ciò che hanno scoperto è che l’infezione da EB scatena la produzione di anticorpi diretti contro una proteina del virus chiamata EBNA1. Quest’ultima, però, è molto simile a una proteina del sistema nervoso umano, chiamata CRYAB. L’ipotesi è dunque che gli anticorpi sintetizzati per combattere l’infezione virale non riescano a distinguere le due proteine, e colpiscano anche quelle del sistema nervoso, scatenando l’autoimmunità e dando origine alla malattia. La conferma risiede nel fatto che questi anticorpi sono stati trovati in circa un quarto dei malati di SM, ma solo nel 7% dei controlli. Almeno una parte dei malati potrebbe essere dunque costituita da persone il cui sistema immunitario non è in grado di essere abbastanza specifico, e innesca l’autoreattività.

Per quanto riguarda, invece, il ruolo dello stress, anche in questo caso sono stati studiati 700 malati, ma dai neurologi della Duke University della Carolina del Nord (USA) e di altre univerisità statunitensi. Come riferito su Brain and Behaviour, la presenza di ACE, cioè di Adverse Childhood Experiences, così come quella di eventi avversi in età adulta, sono risultate associate all’insorgenza delle crisi, che risultano più frequenti e gravi. Si conferma così che sistema immunitario e condizione psicologica sono strettamente correlati, e che uno strumento efficace per contrastare la gravità della SM potrebbe essere un valido e personalizzato supporto psicologico, utile già dal momento della diagnosi, che oltretutto, con uno screening psicologico, sarebbe più completa.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 giugno 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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