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Tra i flagelli degli ebrei del regno biblico
di Giuda c’era la dissenteria da giardia

I cittadini del regno israelitico di Giuda, risalente al VII secolo a.C., soffrivano di dissenteria: questo era noto da tempo, ed è riportato in documenti, orazioni, preghiere, testi medici e testimonianze di vario tipo. Ora però, grazie a studi effettuati in due diversi siti, uno nella città vecchia di Gerusalemme, e uno poco distante, si conosce almeno uno dei patogeni presenti all’epoca: la giardia, protozoo ancora oggi tra le principali cause di diarree che possono essere anche fatali. L’eccezionale scoperta, riportata su Parasitology, si deve ai ricercatori dell’Università di Cambridge, in Gran Bretagna, che, in collaborazione con i colleghi israeliani, hanno sottoposto a una serie di test ciò che rimaneva delle feci ritrovate nelle due dimore, una chiamata Armon ha-Natziv, riccamente decorata e circondata da un giardino ornamentale, risalente all’epoca del re Manasseh, che governò il regno per circa 50 anni, a metà del settimo secolo a. C., scoperta nel 2019, e una chiamata casa di Ahiel, completa di sette stanze, e probabilmente costruita nell’VIII secolo. Entrambe furono quasi certamente abbandonate in seguito alla seconda invasione del re babilonese Nabucodonosor, del 586 a.C. che distrusse la città ribelle, che non voleva pagare i tributi, e pose così fine al regno di Giuda, prima affiliato agli Assiri. Ed entrambe avevano una toilette identica, intagliata nella pietra, con un foro relativamente piccolo per le feci e uno, laterale, per l’urina degli uomini. Analizzando quanto rimasto in entrambi, i ricercatori hanno dimostrato con elevata specificità e sicurezza la presenza della Giardia, ma non quella di altri due protozoi noti per causare dissenteria, l’entamoeba e il cryptosporidium, i cui test sono risultati negativi. Si tratta di microrganismi estremamente delicati, e non è detto che non fossero presenti anche a Gerusalemme: tracce di entameba sono state scoperte in insediamenti molto più antichi, risalenti al 4.000 a.C. nella vicina Grecia. Ma per il momento l’esito è stato positivo solo per la Giardia che, quindi, circolava già più di 2.500 anni fa.

Tracciare il cammino degli organismi patogeni nei secoli è importante (e affascinante) non solo del punto di vista storico-archeologico, ma anche, e molto, da quello medico-scientifico, perché aiuta a comprendere meglio le reciproche strategie di adattamento, le pandemie, le conseguenze sociali, quelle sulla medicina, e il cammino evoluzionistico delle specie coinvolte.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 30 maggio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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